Friday 17 November 2023

All my true love I whisper

 



The day is running out

the night fades it out

outside rains

smacking on the glass

outside is cold

outside is dark

outside is what?

what am I waiting for?

I move my cheek on her skin

and all those darting red and black flecks

in my eyes - I bury them out

turn my face on her side

shut the light out

is this the night's meaning?

All my true love I whisper


Why do misunderstandings arise?

 




Why do misunderstandings arise between man and man, woman and woman, man and woman?
Porphyry explains it to us in his extraordinary book on Intelligibles (tenth Sententia),
We are composite beings, and we think compositely, and we are dependent on a composite environment, and each part of which the composite consists thinks, understands, and feels differently:

Πάντα μὲν ἐν πᾶσιν, ἀλλὰ οἰκείως τῇ ἑκάστου οὐσίᾳ" ἐν νῷ μὲν γὰρ νοερῶς, ἐν ψυχῇ δὲ λογικῶς, ἐν δὲ τοῖς φυτοῖς σπερματικῶς, ἐν δὲ σώμασιν εἰδωλικῶς, ἐν δὲ τῷ ἐπέκεινα ἀνεννοήτως τε καὶ ὑπερουσίως.

Non eodem modo intelligimus in omnibus, sed secundum propriam cujusque substantiam: nam in intellectu intellectualiter; in anima rationaliter; at in plantis seminative; in corporibus imaginarie; in eo quod super haec omnia est, supra citraque intellectum atque superessentialiter
(Translated by Marsilio Ficino)

"We do not understand similarly in all things, but in a manner adapted to the essence of each. For intellectual objects we understand intellectually; but those that pertain to soul rationally. We apprehend plants spermatically; but bodies idolically (i.e., as images); and that which is above all these, super-intellectually and super-essentially."
(Translated by Thomas Taylor)

Sunday 5 November 2023

Esplosioni selvagge di sesso






- Luca Mattei?
- Lei chi è?
- Non importa...
- Non importa?
- Sì. Voglio solo sapere se Lei è Luca Mattei.
- Se lei mi dice chi è, io le dico se io sono io, Luca Mattei. Che Le pare?
- Lei ha scritto "Sesso, porche e quantum mechanics"?
- Sì, forse l'ho scritto io.
- Allora Lei è Luca Mattei.
- Va bene sono io. E allora? Lei chi è? Che vuole?
- Conosce mia moglie?
- Ma lei è pazzo o cosa? Come posso conoscere sua moglie se nemmeno so chi sia Lei?
- Beh io sono geloso di Lei...
- Di me? E perché? Che Le ho fatto perché Lei sia geloso di me?
- Mia moglie è impazzita...
- Oh...mi dispiace...ma io che c'entro?
- Lei c'entra, eccome.
- Io? Senta, questo dialogo mi sembra un pezzo degno del teatro dell'assurdo...anche Lei mi sembra assurdo. Io non La seguo...mi dispiace...
- Mia moiglie è impazzita dopo che ha letto il suo libro...
- Quale? "Sesso, porche e quantum mechanics"?
- Si.
- Com'è possibile? 
- E' possibile...

Luca guardò meglio l'uomo che aveva di fronte. Era sui quantadue, quarantaquattro anni. Un bell'uomo. Capelli neri. Naso leggermente piegato come quello di chi fa boxe. Occhi neri, pungenti. Mento squadrato. Robusto. Non molto alto. Per un attimo pensò che potesse alzare le mani su di lui. Ma l'uomo tenne lo sguardo basso come se si sentisse in imbarazzo davanti a Luca e aveva un'aria davvero tribolata e infelice.

- Senta, per cortesia...potrebbe spiegarsi meglio? Lei mi ferma per strada. Non dico che mi assale verbalmente ma si pressenta in modo alquanto bizzarro...mi viene fuori con questa storia di Sua moglie che è impazzita a causa di un mio libro...
- Si, ha ragione. E' una storia abbastanza bizzarra. E forse ci saranno altri come me...
- Altri come Lei? 
- Sì.
- Ovvero?
- Che la fermeranno per strada arrabbiati o gelosi...come me.
- E perché? 
- Per la mia stessa ragione.
- Per la Sua stessa ragione?
- Sì.
- E quale sarebbe la "Sua stessa ragione"?
- Che ne dice se ci sediamo lì. Le offro un caffè. E' il bar Blanco. Lo conosce?
- Dovrei? 
- Credo di sì. Tutta la movida di Milano va lì. Ma lei dove vive scusi? 
- In piazza della Scala?
- In piazza della Scala?
- Sì.
- Ohhh...
- Che è? Non Le piace?
- No, no...la invidio.
- Ancora?
- Allora, accetta un caffè?
- Un cappuccino, magari. Se per Lei va bene?
- Ci mancherebbe.

Quando entrano, il Bar Blanco è semivuoto. Un paio di signori anziani e un ragazzo seduti ai tavoli.

- Ci sediamo qui? Le va bene?
- Perfetto.
- Per favore un caffè e un cappuccino...
- Subito - risponde da dietro il banco la voce del barman.
- Vede, Luca, ogni donna è destinata ad avere uno scoppio di... . . sensualità selvaggia prima o poi.  Fa parte della loro natura.
- Dice? (la frase lo incuriosì - subito pensò a Carlotta e di nuovo quel dolore di piacere lancinante fra le gambe, come da piccolo).
- Così è stato per mia moglie. Forse una reazione allo stress. Due anni di restrizioni, di limitazioni hanno impoverito tutte le nostre capacità anche le fantasie sessuali...o frose le hanno aumentate...
- Non saprei...
- Il suo romanzo in mia moglie ha trovato un perfetto recipiente.
- Dice?
- Si. Da dopo che lo ha letto il suo appetito sessuale è divenuto selvaggio.
- Selvaggio?
- Selvaggio.
- Selvaggio...oddio...
- Talmente selvaggio che a mia insaputa si è messa a fare la prostitua, in case di appuntamento clandestine di Milano, come la protagonista del Suo romanzo...
- Dio mio! Come...Rugile?
- Sì. mi sembra. Io non l'ho letto tutto il romanzo. Ho provato ma alla fine ero così geloso che ho dovuto smettere di leggerlo...
- Ma Lei è ossessionato dalla gelosia...
- Prego signori...caffè e cappuccino - si intromise il ragazzo che serviva ai tavoli.
- Grazie - risposero entrambi.
- Ho una domanda, Luca. Posso farglierla?
- Lei la faccia. Se posso rispondo.
- Ma questa Rugile e tutte le altre donne del romanzo, in particolare la giapponese...sono vere? Sono reali? Esistite? O frutto della sua fantasia?
- Domanda difficile. Non saprei come risponderLe se non con il dire che non esiste romanzo che non parta da dati personali. Anche la filosofia. Crede che Kant avrebbe ideato l'apriori se tutta la sua vita non avesse abitato a Königsberg senza mai uscirne? Aveva bisogno di avere uno strumento che gli permettesse di conoscere anche quello che non riusciva a conoscere attraverso l'esperienza...O Heidegger avrebbe scritto quello che ha scritto se non fosse stato influenzato dalla ideologia nazista? L'"essere gettato", il "Dasein", "L'essere per la morte" ci parlano di un individuo che vive in un mondo che è solo una struttura, senza umanità...
- Dunque sono esistite?
- Le ho già risposto.

Luca, cominciò a guardare meglio la persona che aveva di fronte.

- Ma io e Lei ci conosciamo? Ci siamo già incontrati prima?
- No, non credo.
- E allora, come ha fatto a trovarmi? A sapere che io ero io?
- Ho cercato delle Sue foto in internet...ero curioso dimsapere che aspetto aveva.. Per caso stamattina passavo per piazzale Lavater e quando L'ho vista, quasi non ci credevo, L'ho riconosciuta e L'ho fermata...è stata una cosa istintiva. Più forte di me. Non ho potuto farne a meno...
- Ma non potremmo darci del "Tu"...
- Certo, Luca. volentieri.
- Ma come ti chiami?
- Francesco.
- Francesco...Francesco...ma io ti ho gia visto da qualche parte. Francesco... Francesco Marinelli?
- Sì, sono io. Come...
- Ecco dove ti ho visto! Canti nel coro della Scala. E una volta che si è ammalato il tenore all'ultimo minuto tu lo hai sostiutito.
- Sì. Ma come...
- Tutti i giornali mi ricordo ne parlarono. Eravamo quasi alla fine della pandemia. Il tenore si era ammalato di Covid...giusto? 
- Giusto...
- Tu lo hai sostituito ed è stato un trionfo. Il pubblico era in piedi e chiedeva il bis alla fine.
- Sì, è vero. Per me è stato incredibile. Sapevo di avere le qualità ma non avrei mai creduto...
- Davvero mi fa piacere conoscerti Francesco...mi dispiace per tua moglie...ma ora capisco tutto...sì mi ricordo quando uscì il libro...mi ricordo tante donne ebbero reazioni simili...esplosioni selvagge di sesso...selvagge...alcune parevano uscite di senno...mi sembrò...hai detto bene "esplosioni selvagge di sesso",,,




Wednesday 1 November 2023

Segnali di primavera

 



Da "Il piacere di sentirsi cane" libro in fase di scittura.



Non sempre era stato facile con Carlotta.
Ora era un’altra donna, quasi. Ma i primi anni della loro relazione ricordava bene come erano stati travagliati, dai suoi continui tradimenti.
E tutto si legava a quel suo piacere di essere cane.
Lei lo tradiva e lui amava essere tradito, umiliato. Provava un piacere infinito. E si sentiva, finalmente, al centro della vita, al centro di quel mondo a cui aspirava fin dalla creazione del suo essere.
Aveva vissuto in quel sogno, “in quel mondo” per chiamarlo nel modo che gli competeva, per tutta la vita. E ora, solo ora, si era svegliato e lo aveva vinto. E più strano ancora lo aveva vinto insieme a Carlotta, che tanto dolore e piacere gli aveva procurato.
Ma a quale mondo doveva credere? A quello in cui aveva finora vissuto? O quello in cui era ora pervenuto dopo aver seguito quello a cui aveva creduto?
Erano in verità diversi? O erano il medesimo?

Carlotta era stata ossessionata dall’idea di essere puttana. La eccitava sentirsi carne. Un pezzo di carne con cui provare piacere. L’idea di sottomissione, come prostituta. Essere usata, sottomessa, pagata. Usata e poi dismessa.
Una notte in particolare, ricordava Luca, lo aveva fatto soffrire.
Non tornò. Era uscita per andare al cinema con Stefania, un’amica dell’ufficio export di un cliente per cui lavorava.
Rientrò la mattina presto verso le sette.

Luca non aveva dormito tutta la notte. Era su una poltrona con una tazza di caffè in mano quando lei rientrò. Lui, sconvolto.

- Dove sei stata tutta la notte? Ti ho chiamato, tante volte, avevi il telefono spento. Dove sei stata? Mi hai fatto soffrire.
- Sono stata al cinema con Stefania.
- Tutta la notte?
- No.
- E allora?
- Dopo il cinema siamo andate in un bar a bere qualcosa. Ho conosciuto uno...
- Naturalmente...
- Sì. Mi ha portato a casa sua. Ho passato la notte a casa sua.
- E’ normale per te, questo?
- Luca, io te l’ho detto prima di sposarci, che io sono così. Io se vedo uno che mi piace ci devo andare a letto, è più forte di me.
- E io? A me non pensi?
- Ma lo sai, che io amo solo te. Tu sei un’altra cosa. Con quelli è solo carne. Nulla di più. E poi anche a te piaceva. Ti eccitava...ora no?
- Si, ma quando so dove sei. Non quando sparisci che non so nulla e mi preoccupo.
- Mi dispiace. E’ stata una cosa improvvisa, non ho avuto tempo di avvertirti...

Com’era cambiata Carlotta da allora.
Quanta strada aveva percorso per arrivare dove ora era arrivata.
Quella notte fu simile all’ultima notte. Molto simile. L’ultima notte che...che tutto era cambiato. Che aveva dormito con il turco. Che tutto era giunto fin dove doveva giungere, partendo da una lunga via preveniente ciò che sarebbe poi venuto. Ed era venuto. Alla fine. La via li aveva menati, venendo da un prima che loro fossero, a dove ora si trovavano. E la via continuava. Era prima ed era dopo. Infinita. Loro ne avevano percorso solo un tratto.
Avevano entrambi seguito l’istinto della vita lungo quella via. La loro vita. Nel seguirlo avevano pensato di conoscere la vita. L’avevano fiutata, respirata. O almeno avevano creduto.
La vita non chiede. Ti prende.
E loro si erano lasciati prendere. Si erano in essa riconosciuti. O almeno avevano creduto. Ogni volta.
E ora anche.
E’ un istinto. E qualcosa che ti chiama e ogni giorno è diversa quella voce che ti chiama, eppure credi sempre sia la stessa, perché viene da dentro. Da dentro te.
E se quella voce non ci fosse, se quella voce mancasse, sarebbe l’assurdo. Niente avrebbe senso. Satebbe il Nulla. Assoluto.
Lui e Carlotta avrebbero potuto cadere in quel Nulla, ma l’istinto, il rendersi disponibili all’istinto, li aveva portati nella direzione in cui erano ora situati.

- Portami qualcosa da bere, Luca.

Il suo tono fu anche forte. Ma stavolta Luca non provò niente. Non ci fu quell’acuto lancinante piacere doloroso che lo infiammava.
Niente. Era guarito.

- Che vuoi bere, Carlotta?
- Un whisky? Abbiamo whisky?
- No, forse del cognac.
- Bene portami del cognac. E preparami qualcosa da mangiare. Ho fame.
- Che vorresti mangiare, Carlotta?
- Un piatto di pasta, come fai tu. Sei bravo a fare la pasta, tu. Decidi tu.

Stava seduta e lo osservava, come si osserva una statua. E Luca si sentì una statua, in cui viveva in attesa del mondo che girava attorno a lui, che lui osservava e rimaneva ai margini di quello e lo osservava.

- La primavera si avvicina – disse Carlotta, mentre lui le porgeva il cognac, lei seduta sulla poltrona con le gambe accavallate.
- Vero – rispose Luca che stava in piedi davanti a lei, E guardò fuori dalla finestra.
- Tempo di cambiare il guardaroba...quando ero bambina...a primavera...andavamo al lago di Como...tutta la mia famiglia...mio padre, mia madre ed io...eravamo felici...mi pare...allora. Era bello. Erano belle giornate...allora... – parlava a strattoni, Carlotta. Distratta. Sorseggiava il cognac, pareva fissare il bicchiere, ma inveve fissava un passato, che non c’era più.

Luca la guardava. Lei parlava.
Poi volse gli occhi alla finestra piena di luce: verrà la primaverà ma non mi troverà più lo stesso di prima. Pensò. Ma non lo disse a Carlotta.

About anxiety and dreaming spirits

Only dreaming spirits are anxious because they are full of Spirit. Are animals full of spirit? Are stupid people full of spirit? Children a...