Tuesday 9 November 2021

Dipiazza non ha tutti i torti












In Diario del Web leggo QUI delle dichiarazione del sindaco di Trieste, Dipiazza (nomen omen, a quanto pare) su cui credo dobbiamo iniziare a riflettere.

Come ormai è più che evidente la scoperta della verità è legata a certe narrative, il seguire una narrativa invece di un'altra ti può far avvicinare alla verità o divertirti completamente da essa.

Dipiazza, seguendo questa premessa, dice delle cose giuste.

Dipiazza riconosce il diritto a manifestare, ma con dei limiti. E il limite maggiore è il diritto degli altri alla salute e al lavoro. E queste continue manifestazioni lo violano, come dimostra il focolaio fra i manifestanti.
Bisogna fare come ai tempi delle Brigate Rosse: leggi speciali. Allora c'era l'emergenza terrorismo, oggi c'è la pandemia ma il periodo è sempre drammatico. A mali estremi, estremi rimedi.
In fondo lui è il sindaco di tutti e non solo dei no vax, a cui riconosce il diritto di manifestare ma in un ghetto: "Magari, li metteremo tutti a Porto Vecchio, lontano da alberghi, ristoranti e negozi che in questo periodo stanno subendo danni enormi"
Ma a parte questa anticipazione più retorica che concreta è quando dice che ci sono 60 mila firme favorevoli al green pass, che è la stragrande maggioranza della gente, gente che vuole lavorare e continuare a vivere, si presuppone, qui non posso dargli torto.
C'è gente che vuole lavorare e vuole ricominciare e crede che la scienza dica il vero, che i vaccini siano vaccini e servano veramente a curare e a favorire la ripresa.

E' chiaro a questo punto che se non smonti la narrativa sul vaccino non smuovi la gente da questo limbo in cui vivono.
E' giusto dunque protestare ma non può comunque essere l'unico modo per cambiare le cose, anche perché finora le proteste non hanno portato a nulla di concreto.
Bisogna intanto lavorare a costruire una società alternativa e soprattutto aspettare, perché il castello di menzogne che hanno costruito attorno a questo siero è talmente alto che non potrà che cominciare a crollare da solo. Gli effetti che produce sulle persone sono ormai talmente tanti e in aumento che si arriverà ad un punto che anche i pacifici e bonari abitatori delle comodità del proprio limbo verranno scossi nelle loro certezze da una profonda dissonanza cognitiva che li distruggerà.
Dove appunto bisogna lavorare è nel rendere disponibili le informazioni sulla vera natura di questi seri e sui loro reali effetti e aspettare. Purtroppo, si dovrà aspettare che la verità entri anche nelle loro fuorvianti narrative, perché la loro fede o ottusità cominci a vacillare.
E qui ci dovrebbe essere più onestà anche fra chi fa controinformazione in rete, che purtroppo invece nella maggior parte dei casi manda segni di gatekeeperismo abbastanza evidenti.

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Thursday 4 November 2021

Perché non mi interessa più niente dell'editoria e degli editori





Dopo molti anni di pubblicazioni cartacee con editori di medio livello, ho deciso di fregarmene dell'editoria.
E questo per vari motivi. Cerco di riassumerli.
Gli editori sono spesso arroganti e inconcludenti.
Qualcuno anche inaffidabile. 
In generale del tuo libro non gliene importa niente e te lo devi promuovere in toto.
Ma io sono per la visione che ognuno deve fare il suo lavoro: lo scrittore deve fare lo scrittore e l'editore deve fare l'editore. E questa visione non esiste.
Tutte le volte che pubblichi un testo con un editore hai a che fare con un editor che spesso non ha mai scritto un libro ma comunque vuole cambiare il tuo testo, le parole, gli accenti e spesso senza un vero fondamento.
Finalmente ora il testo è quello che io decido e non devo lottare con nessuno per difenderlo.

Un piccolo e medio editore non ti porta da nessuna parte, perché non ne ha le potenzialità, gli servi solo per tenere in vita la sua casa editrice seguendo uno schema complesso che una volta ho cercato di capire ma è così astruso che ci ho rinunciato.
Per cambiare la tua vita, da un punto di vista del guadagno, devi pubblicare con grossi editori, che devono farti vincere qualche premio importante e fare una grande pubblicità.
Ma ovviamente queste posizioni spettano solo a coloro che hanno situazioni precostituite in cui il valore del testo non c'entra nulla.
A questo proposito, porto l'esempio di uno dei testi più assurdi e noiosi che siano mai stati pubblicati ma che è diventato best seller mostruoso: Jonathan Littel, Les Bienveillantes, pubblicato da Gallimard, vincitore dei premi Grand Prix du roman de l'Académie française e il Prix Goncourt nel 2006. Mi ricordo intere paginate di recensioni per questo libro che pareva il nuovo capolavoro della letteratura mondiale, su tutti i più grandi quotidiani mainstream del mondo. Una cosa mai vista.
Uno dei libri più illeggibili che mi sia mai capitato di provare a leggere. La mia copia finì, data la sua voluminosa mole, come fermaporte quando in estate aprivo tutte le finestre, per non farle sbattere. Da un'indagine fatta fra molti conoscenti nessuno l'aveva in verità letto. era finito, spesso, sul tavolo del salotto in mostra, perché faceva figo averlo.

Per come scrivo io e per quello che scrivo io nessun grande editore mai mi pubblicherà. Ciò che pubblicano i grandi editori al 99% è merda. Se non è merda è qualcosa di anodino, di mèmico, di vuoto, privo di contenuti, e soprattutto obbedisce alla narrativa ufficiale che è quella di produrre una letteratura stupida, che non fa pensare, che mantiene l'individuo a livello di imbecillità, di cui adesso vediamo i risultati. Totale ablazione del pensiero.
Ecco, quello che io scrivo è tutto all'opposto, e per questo non pubblicherò mai con un grande editore.

Ho anche deciso di tralasciare il self publishing, una delle più grandi cavolate dell'editoria, che probabilmente ha fatto guadagnare solo Amazon. Soprattutto pubblicare ebook in self publishing. L'italiano non legge niente, figuriamoci un ebook.
Adesso pubblico solo su Academia https://independent.academia.edu/fulivieri.
Carico lì i miei testi e chi li vuole se li legge. Non vi è censura (al momento). Posso caricare liberamente i miei testi, e ho il mondo intero potenzialmente raggiungibile.
Diciamo che i testi li regalo a chi è interessato a leggerli, con la speranza che chi li leggerà ne trarrà giovamento e interesse.
Qualche anno fa un veggente di una cittadina ex-sovietica in Lituania, Visagina, mi disse che la missione della mia vita era di aiutare la gente, con i miei libri. E quando avessi avuto solo questo obiettivo in mente forse allora avrei avuto anche successo. Non so se avrò successo, e onestamente non me ne importa più niente, ma l'idea di aiutare altri a capire, questo sì mi interessa.

Gli editori nemmeno li calcolo più, se càpita qualcuno interessante va bene, ma non li cerco più in modo compulsivo come prima. Ne sono quasi sorpreso anche io, che per molti anni ho quasi ossessivamente cercato di pubblicare con i migliori editori anche pagando promoter, agenti e agenzie pubblicitarie che mi aiutassero. Risultato: pressoché zero.
Non incolpo nessuno, perché ho capito che quello che io scrivo non è per la maggioranza ma per una minoranza, molto minoranza. E di questo ringrazio gli anni che stiamo vivendo che mi hanno fatto intendere la vera struttura di questo mondo che fino al 2020 era una matrix, e che ora invece, con sconcerto di chi l'aveva creata, sta scomparendo e mostrando la verità che aveva saputo bene occultare. Adesso è divenuta inoccultabile.

Spero che anche io abbia contribuito e contribuisca a questo risultato.

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Wednesday 3 November 2021

Islam The John Paul II prophecy: Europe will be invaded by Islam - a prophecy that is becoming true

 




A close friend of Saint John Paul II has affirmed that the late pope, revealed to have been a mystic, told him that Europe would be invaded by Islam.

Speaking to a large group at the hermitage of “Saints Peter and Paul” this past October, Monsignor Mauro Longhi of the Opus Dei prelature recounted a conversation he had with the late pontiff in March of 1993 on one of their many hiking trips in the mountains. Having got ahead of the rest of their companions, Longhi and St. John Paul took a sandwich break.

In video footage of the October talk, Longhi is heard saying that he noticed that the saint’s hands were trembling. (John Paul’s Parkinson’s disease had not yet been revealed in 1993.) The pope noticed the then-young man’s gaze. 

“Dear Mauro, it’s old age,” he explained.

Longhi jumped in to say, “But, no, Holiness, you are young.”

“It’s not true,” the pope snapped back. “I say that I am old because I am old.”

Longhi continued: “Then Wojtyla changed tone, and making me privy to one of his night-time visions, told me, ‘Tell this to those whom you will meet in the Church of the third millennium. I see the Church afflicted by a deadly scourge. Deeper, more painful and more deadly than those of this millennium’, referring to … communism and Nazi totalitarianism. ‘It’s called islamism. They will invade Europe. I saw the hordes coming from the West to the East’, and he described to me the countries one by one: from Morocco to Libya to Egypt, and so on to the eastern parts. The Holy Father added, ‘They will invade Europe, Europe will be like a cellar, old relics, shadowy, cobwebs. Family heirlooms. You, the Church of the third millennium, will have to contain the invasion. Not with armies, armies will not suffice, but with your faith, lived with integrity.’ ”

According to La Nuova Bussola Quotidiana, which broke the story in Italian, Longhi is a “priest above suspicion,” having “enjoyed the personal esteem not only of John Paul II but also of Benedict XVI, so much so that in 1997 he was called to the Vatican dicastery of the Congregation for Clergy.” Between 1985 and 1995 Longhi, who was ordained in 1995, accompanied John Paul II on his skiing and hiking trips, hosting him at Opus Dei’s summer home in Abruzzo, which at the time was only “a simple house in the countryside.”

Longhi told the crowd that the pontiff used to sneak out of  Rome in a modest car for these trips, accompanied by his personal secretary, Monsignor Stanislaw Dziwisz, and a few other Polish friends. When the car stopped at a tollbooth “the one place in which someone might recognize him”, “Papa Wojtyła” would pretend to be deeply engrossed in the newspaper he held before his face.

John Paul II was famously an athlete; that he was also a mystic is much less known. Nevertheless, according to La Nuova Bussola Quotidiana, Longhi related that John Paul could  be found at night on his knees before the Tabernacle in the chapel of the house in the mountains. Those who lived in the house could hear him conversing, “at times even animatedly” with the Lord or “with His beloved mother, the Virgin Mary.”

Moreover, Longhi said that John Paul’s greatest friend, Cardinal Andrzej Deskur, had told him that the saint had the “gift of visions.” [Youtube footage: 00:31:05] When Longhi asked what that meant, Deskur said, “He speaks to God Incarnate, Jesus; he sees His face and he sees also the face of His mother.”

Apparently these visions began at Karol Wojtyła’s first Mass, November 2, 1946, in the crypt of St. Leonard in Wawel Cathedral in Krakow, during the Elevation of the Host.

Although John Paul II has sometimes been dubbed “the Pope of Islam”, and traditionalists have long deplored photos of the saint kissing the Koran, La Nuova Bussola Quotidiana holds that these revelations do not contradict his remarks in his “now-forgotten” 2003 encyclical Ecclesia in Europa.  The journal observes that the Holy Father seemed to “beseech”  

Christians to be trained in “an objective knowledge of Islam”.

In Ecclesia in Europe, John Paul II wrote that:

57. … A proper relationship with Islam is particularly important. As has often become evident in recent years to the Bishops of Europe, this “needs to be conducted prudently, with clear ideas about possibilities and limits, and with confidence in God's saving plan for all his children”. It is also necessary to take into account the notable gap between European culture, with its profound Christian roots, and Muslim thought.

In this regard, Christians living in daily contact with Muslims should be properly trained in an objective knowledge of Islam and enabled to draw comparisons with their own faith. Such training should be provided particularly to seminarians, priests and all pastoral workers. It is on the other hand understandable that the Church, even as she asks the European institutions to ensure the promotion of religious freedom in Europe, should feel the need to insist that reciprocity in guaranteeing religious freedom also be observed in countries of different religious traditions, where Christians are a minority.

In this context, “one can understand the astonishment and the feeling of frustration of Christians who welcome, for example in Europe, believers of other religions, giving them the possibility of exercising their worship, and who see themselves forbidden all exercise of Christian worship” in countries where those believers are in the majority and have made their own religion the only one admitted and promoted. The human person has a right to religious freedom, and all people, in every part of the world, “should be immune from coercion on the part of individuals, social groups and every human power”.

La Nuova Bussola Quotidiana seems to be aware of the waves that its article will make with these revelations. The concluding paragraph of its article about Monsignor Longhi’s October 22 presentation observes that we are confronted with a “politically incorrect reading of the islamic phenomenon by a pope canonized by the Catholic Church.”

The journal calls this reading both “prophetic” and “magisterial,” and suggests that the predicted invasion may already be happening. It ends:

“Meanwhile, inexorably, the lights are going out on Christian Europe, reduced to a basement filled with old relics and spiderwebs. ‘Karol the Great’ has spoken, and even more today he invites us to resist the invasion with the faith lived in its entirety.”





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The Dostoevsky's paradox

 




In a Godless world, without a future life - would it be then, that everything is permitted? 
(Dostoevsky)

Probably in this sentence is hinged the ruthless folly that abides the Dostoevsky's characters.
In Dostoevsky's books, every character always tries his limit, the limit where he can push his folly. He ruthlessly, desperately, tries the limit of this folly.
And above all, if a limit there is, then it is only a groundless abysm where you can be lost without limit.
The folly is particularly highlighted by the obsessive excess of exaggeration. Dostoevsky's characters are excessive in everything, every quality they may possess is never restrained.
This is the meaning of the paradox, we think. God is the limit, can be the limit on the basis of your free will, to the folly of the world dangerously shifting to a Godless world.
The world we are forcibly pushed to, these days. A Godless world for the vile mass, the mass that is neither hot neither cold.

Because you are lukewarm—neither hot nor cold—I am about to spit you out of my mouth (Revelation 3:16 )

For sure the Dostoevsky's paradox is trying to avoid the Revelation's paradox.

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I giorni dell’attesa


IL testo che pubblico qui sotto è un capitoletto di un nuovo libro che sto tentando di scrivere. Al momento ha il titolo "Nessuno ti conosce così bene come me". Ma credo che cambierà. Il titolo era stato dato al momento che ho iniziato a scrivere i primi capitoli in cui credevo di andare in una direzione, poi in realtà sono andato in un'altra.

Ho pubblicato a pezzi tutti i libri che ho fin qui scritto su questo blog e continuo a farlo. Pubblicarli mi fa avere una visione di quello che funziona e non funziona.

Questo blog è divenuto il mio taccuino, la mia scuola di scrittura e di pensiero, dove perfeziono lo scrivere e il pensare.


Mens immota manet, lacrimae volvuntur inanes[1]
(Virgilio Aen. 4,449)



Erano giorni strani. Quello che inizialmente aveva ottenuto sembrava essersi fermato. Non moriva più nessuno. Nessuno faceva un passo indietro, più. Nulla faceva presupporre che si avverasse quello che chiedeva. Anzi, apparentemente, sembrava che tutto precipitasse.
Le misure restrittive aumentavano. La dittatura diveniva sempre più asfissiante. Le élite che guidavano il mondo parevano sempre più forti e incontrastate.
Si era voluta un' Europa senza passaporti e ora ci voleva il passaporto per entrare in un bar per bere un caffè, per prendere un treno e per lavorare.
C’era chi diceva che lo scontro finale fra il Bene e il Male si stesse avvicinando e la soluzione fosse vicina.

Non aveva motivo per dubitarne. Le profezie erano ormai tante e tutte annunciavano l’arrivo dell’Anticristo, sofferenza, dolore e morte.
Lo aveva preannunciato la Madonna per molti versi. In modo eclatante in un messaggio privato al veggente Pino Auricchia il 26 marzo 2012.
Che altro ci si poteva aspettare se non il compimento di quanto predetto, allora?
Bisognava solo attendere.

Gli uomini che governano si sentono sapienti, non riconoscono che sono guidati da satana.
Tra di loro esiste un gruppo di pianificatori che vuole costruire una repubblica universale. Il loro piano è quello di eliminare la vera Chiesa di Dio…

Questi uomini che si atteggiano come angeli di luce, mentre portano nel loro petto un cuore nero e cattivo e fuggono agli occhi del Padre, non potranno andare avanti, ma in verità vi dico quanto sono cattivi e che sono erba da estirpare dai campi, che saranno bruciati dalla Giustizia Divina.
Nessuno di loro è sapiente e non è al di sopra del vostro Creatore.


E l’Apocalisse di Giovanni aveva avvertito che sarebbe stata una macelleria a cielo aperto.

Et exivit alius equus rufus; et, qui sedebat super illum, datum est ei, ut sumeret pacem de terra, et ut invicem se interficiant[2].

Nelle strade e nelle piazze aumentava il numero dei dimostranti che divenivano ogni giorno più inquieti e aggressivi. Si rendevano conto che le manifestazioni pacifiche e civili non portavano a nulla. E si trovavano di fronte a delle polizie ogni giorno più feroci violente e naziste.
Si poteva prevedere una guerra civile.
E i molti islamici che vivono in Europa, che posizione prenderanno? Si chiedeva.

Lui si sentiva isolato e la sua voglia di fare qualcosa non sapeva come incanalarla. Pensava, pensava e pensava.
Sapeva che avrebbe voluto fare; ma da solo che poteva fare?
E così aspettava. Aspettava che quella mano che lo aveva sempre guidato gli indicasse la direzione giusta.
Nel frattempo si preparava fisicamente. Doveva essere pronto.
Aveva ripreso a correre. Faceva flessioni. Bicipiti. Trazioni alla sbarra. E aveva ripreso ad allenarsi da solo nel Muay Thai. Andare in palestra gli era precluso. Non aveva un sacco per boxare, e allora indossava i guanti e dava i pugni alla parete.
Per vincere la stanchezza aveva iniziato un’ alimentazione molto proteica, cercando di privilegiare quei cibi che aiutavano ad innalzare il testosterone.
Non riusciva più a leggere. Dostoevsky che per lungo tempo lo aveva affascinato ora gli era divenuto difficile e riusciva a leggere una pagina al giorno. Non di più.
Lo annoiava in verità. Quasi tutti i libri lo annoiavano.
Preferiva i temi religiosi. Leggeva i Vangeli, la Bibbia e si interessava alle profezie.
Era in un’attesa profonda, dominata dalla stanchezza, dal disagio, dal senso della inutilità. Aveva perso il campo della propria identità, era divenuto estraneo a se stesso. In certi momenti si fermava, si passava una mano sulla fronte, e sentiva le lagrime agli occhi. Chi sono diventato? Si chiedeva.

Una volta, molti anni fa, si sentiva se stesso in un corpo altro, ora si sentiva altro in corpo suo.

Avrebbe voluto azione. Avrebbe voluto avere venti anni ed essere ribelle.
Ne aveva molti di più. Avrebbe fatto quello che poteva. Avrebbe fatto quello che poteva. Si ripeteva.
Era oltre le sue possibilità. Era solo. Solo in quella terra straniera.
Poteva aspettare, ed era quella la sofferenza.
Avrebbe continuato ad usare la sua arma silenziosa, invisibile ma implacabile.
Il patto sarebbe stato consacrato e la sua guerra iniziata dai 50 metri quadrati, tanto era il luogo dove viveva, di lì avrebbe lottato con il mondo. Per cambiarlo, come i santi.

Si chiedeva perché vivesse così isolato, impossibilitato ad ogni tipo di azione, se non quella di percorrere quotidianamente un sentiero di foresta che alla fine gli divenne così confitto nel pensiero che capì che era come una via crucis, che quotidianamente gli insegnava attraverso la riflessione che il sentiero accompagnava, e che doveva percorrere per elaborare la sua azione nel mondo. E i 50 metri quadri si saldarono ai silenzi della foresta, e furono il luogo dove cresceva dentro la sua lotta allo spirito del mondo, che si regge su uno spirito maligno, e che lo stato, tutti gli stati, ne sono i vicari in terra.

Nella foresta si impara ad accettare la propria croce. Si impara a vivere nel centro della croce. Si vive come un milite ignoto crocifisso a un‘idea di resistenza che prende forma e illumina.
Agli occhi del mondo la via della foresta non esiste perché non appare. Eppure, in quella via nasce la forza del ribelle, che accetta il silenzio e si prepara alla morte attraverso la fede, in un silenzio che lo fortifica e lo rende immune al dolore del mondo. 
[3]

Appunto in quei giorni imparò la via interiore, che lui chiamava la via della foresta, takas, una parola lituana per indicare il sentiero che si snoda lungo la foresta. E quella via interiore gliel’aveva ispirata la foresta che, fin dai primi karantinai [4] aveva cominciato a percorrere per andare all’ufficio e per sottrarsi ai controlli della polizia. Poteva per un lungo tratto del suo cammino non indossare la mascherina e respirare aria buona.

Aveva capito che doveva procedere lungo una strada che era l’unica concessa ad un individuo dimenticato in un paese che non era il suo, senza contatti.
In quei sentieri ovattati di silenzio, fatti di neve in inverno, quando cominciò a percorrerli avvertì che gli avrebbero indicato l’arma per combattere la tirannia del mondo.
Non fu facile, dovette passare molte volte per quella foresta e dové meditare a lungo per capire che non era lui che sceglieva ma un disegno lo guidava e lui non faceva altro che scoprirlo, curva dopo curva, albero dopo albero.

E una notte tremò. Tremò di piacere e di sorpresa, di incredulità.
Vieni, gli disse. Alzati. Devi pregarmi ora.
Era la voce di una donna che gli pareva che parlasse dal centro del petto. E tuttavia era una certezza che parlasse. Seppe subito che non era un’illusione. Era una voce dolce e di amore, come quella di una mamma che chiama il bambino.
Alzati. Devi pregare.
Sì. Rispose a quella voce. Vengo. E andò.
E si alzò commosso. E andò.
Si sedé in cucina, prese il rosario e cominciò la preghiera. Ubbidiente come un bambino, pregò.


[1] Stabile è la mente, e le lacrime non hanno senso

[2] "Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace dalla terra e di far sì che si sgozzassero a vicenda" (Apocalypsis Ioannis 6-4)

[3] Da La Via Della Forestahttps://www.academia.edu/59349066/La_Via_Della_Foresta

[4] Karantinas, parola lituana per dire lockdown. Karantinai è nominativo plurale, karantinas, nominativo singolare

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Tuesday 2 November 2021

We must exit Satan's Kingdom

 




These will make war with the Lamb, and the Lamb will overcome them, for He is Lord of lords and King of kings; and those who are with Him are called, chosen, and faithful.
(Revelation 17-14)


It is time to start forming a new society, that must include a parallel economy, a parallel government, parallel police and a parallel army. We must start from a post-Catholic society to build a new future Catholic society. There is an authentic core of Catholicism which is called "little remnant". Let's start from this minority because it is strong authentic and above all it preserves the image of God within. They didn't let Satan touch their God-created humanity, that they have consciously kept

We need to start this new society for when the Kyrios will come for the second time. We need to be ready for that day, we need to have prepared our stepping stone to the new society for when His enemies (our enemies) are under His feet. They are everywhere, in every major business, every governmental institution, every fabric of society.
For this reason, we cannot stay longer in this society but we need a new parallel society inspired by the Catholic values and faith in God, and we need to start building it soon. We need to unite all together and start, we cannot build anymore something in Satan's kingdom. We cannot wait any longer for responses from Satan's puppets, we cannot any longer abide in Satan's law.
We fell for the second time after Adam and Eve and this time Satan ousted humanity, he needed to repeat what God did many centuries ago.
It's time, it's time for the Revelation, it's time to distance humanity from no-humanity-at-all.

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About anxiety and dreaming spirits

Only dreaming spirits are anxious because they are full of Spirit. Are animals full of spirit? Are stupid people full of spirit? Children a...