Friday 30 June 2017

Da "Il sorriso della meretrice" a "Rugìle" la mia saga sull'amore






Con "Il sorriso della Meretrice" e "Rugìle" ho messo a punto una saga sul sesso e l'amore, sulla corporeità e sulla forza di condizionamento di ciò che va oltre la superficie epidermica dei corpi su cui si riversano gli accadimenti dell'amore.

Ne "Il sorriso della meretrice" (microracconti ma che alla fine formano il racconto, il romanzo di una storia di amore che avviene per puzzles) arrivavo fino ai visceri e ai batteri che preparavano le reazioni della vita e la capacità di percepire l'amore. I batteri sottraevano in un certo senso la capacità di libero arbitrio al soggetto interessato dalla vita e dall'amore. Amori però in questo testo negativi e malamente illuminati da una piccola luce di speranza.

D'altronde la Speranza di cambiare il mondo e la vita apparteneva agli anni Settanta. Ora vi è solo la disposizione a subire la globalità, che in primo luogo va a colpire i visceri i batteri e la produzione dei succhi gastrici che predisporranno poi le reazioni agli eventi esterni.


In "Rugìle" scendo ancora più in profondità, l'amore viene visto alla luce dei sistemi semplici: i protoni, i neutroni, i fotoni...le particelle elementari.

Il soggetto più che in preda alla globalità che attacca i sistemi dell'intestino e le reazioni dei batteri interni ai visceri è parte di un programma universale e l'amore ne fa parte in forma di simmetria.

L'amore e il sesso fanno parte di questo programma. E si differenziano in quanto l'amore è una forma simmetrica che tende alla bellezza, il sesso invece fa parte di una funzione di onda entro cui è racchiuso un istinto che nel momento che viene percepito è già difficile da frenare perché già in atto.
Sono due testi ma una saga. La saga dell'amore per donne impossibili, per una vita che si svolge su piani diversi, in mondi diversi. Ogni amore è designato da uno stadio diverso: in "Il sorriso della meretrice" è l'amore batterico, in "Rugìle" è l'amore quantico.
Che il mondo batterico sia il punto di incontro fra quello quantico (realtà invisibile) e quello dei sistemi complessi (realtà visibile)?

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Tuesday 27 June 2017

Sono reali i personaggi di "Rugìle"?



Alle presentazioni del mio romanzo "Rugìle" la domanda più frequente è se i personaggi siano veri, realmente esistiti.
Come dice Proust un livre est le produit d'un autre moi que celui que nous manifestons dans nos habitudes, dans la société, dans nos vices, e con questa citazione potrei aver liquidato la verità sui  personaggi di "Rugìle".
Ma non è così.
Credo che nessuno scriva senza essere ispirato da personaggi reali o fatti reali. Nemmeno i filosofi.
La filosofia Kant in un certo senso vive di "progettualità apriori" interiore, non essendosi Kant mai mosso da Königsberg per tutta la sua vita doveva proiettarsi in qualche modo nel mondo esterno già possedendolo interiormente per cui venisse a mancare in lui il desiderio di percorlo in lungo e largo, essendo il filosofo un sedentario.
In Heidegger d'altronde è difficile separare la sua filosofia dalla visione di fondo nazista che la domina a cui Heidegger aderì più o meno palesamente.
A maggior ragione gli scrittori di romanzi non possono esimersi da questo assioma.
In "Rugìle" i personaggi importanti sono Ipazia, Camilla e Rugìle.


Ipazia non è mai esistita. Si nutre parzialmente di un personaggio reale che aveva anche ispirato "Il sorriso della meretrice" pubblicato precedentemente con David e Matthaus, per il resto è un patchwork di finzione e vari personaggi reali incontrati. Per certi aspetti si avvicina a Rugìle ma se ne differenzia per la mancanza di volontà radicale che domina la drammaticità di Rugìle.

Camilla è invece un personaggio al 90 percento reale. Solo ne sono state estremizzati gli atteggiamenti e esasperati i toni del vivere soprattutto muscolarmente e fisicamente, che già erano intensi nel personaggio vero.

Rugìle è reale al 15 percento. Il restante 85 percento è stato creato ad arte. Al tempo che scrivevo avevo in mente il dramma della Medea di Euripide e volevo creare perciò una Medea moderna. Il gioco del sesso come esemplificazione della forza quantica dell'istinto mi offriva questa possibilità e allora ho forzato i termini della radicalità che forse era già latente nel personaggio reale. Ho inoltre esasperato gli insegnamenti ricevuti in amore dal personaggio reale e li ho portati ad una distanza quasi irreale da quel personaggio.
Dovevo in qualche modo ringraziare il personaggio reale per tutto quello che mi aveva dato. E l'ho fatto con un'iperbole.

Questi personaggi sono stati creati secondo un detto abbastanza tipico di chi scrive: arrivi a un punto in cui il personaggio ti sfugge di mano, non lo controlli più, va oltre le tue intenzioni, segue una vita propria rispetto all'imput che gli hai inferto inizialmente...poi acquisterà una vita autonoma e indipendente e ti obbligherà ad assecondarlo perché ti indicherà la direzione della strada da seguire per lo sviluppo della storia a cui lavori.
Ed è stato in effetti così. Anche questo è un assioma difficile da confutare.


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Tuesday 20 June 2017

Perché ho scritto "Rugìle"?



Quando sei anni fa ho cominciato a scrivere Rugìle non avevo idea dove andassi a finire.
Il titolo era diverso. Molti titoli si sono succeduti. Quello che ha durato di più provvisoriamente è stato uno preso da un detto giapponese onna gokoro to aki no sora, come il cielo d'autunno il cuore delle donne.
In origine volevo parlare della vita di un uomo, di una vita semplice, dove non accadeva nulla e accadeva tutto perché lui si interrogava sul senso della vita e dell'esistere. Volevo farlo con la maestria di Yasunari Kawabata o Yukio Mishima (ma senza il suo supereroismo). Volevo che la storia scorresse e si adattasse alla varie fasi della vita (come l'acqua si adatta agli sbarramenti), come avevo letto in La cartella del professore di Hiromi kawakami, un libro che mi aveva incantato.
Ma poi volevo parlare dei cuori delle donne, della loro capacità di cambiare, di passare da un universo ad un altro e questo mi portò alla teoria dei multiversi della fisica quantistica. Volevo capire perché un amore dura e un altro no, e questo mi portò alla teoria dell'entaglement della fisica quantistica.
La fisica quantistica mi aiutò a spiegare il sesso, il suo istinto anche violento e assoluto. Mi aiutò a capire come un istinto sia irrazionale e insezionabile perché è ridotto a pochi bit (quelli basilari) di un programma che ci domina e ci fa agire in un modo invece che un altro.
Poi scoprii Rugile, e da lei imparai il vero amore. L'amore assoluto, entangled, potente e davanti al quale non puoi più nasconderti perché la sua forza trascende ciò che sei negando la tua individualità.
Per questo dedicai il libro a Rugìle: mi aveva insegnato ciò che non avevo mai capito. Dovevo esserle riconoscente e grato.

Questo libro allo stesso tempo è divenuto una risposta a molte domande, ma soprattutto a una: come evitare una letteratura noiosa? Il 97% della letteratura corrente è noioso. Leggere un libro spesso costringe a una sofferenza per 300 e passa pagine. Si pubblicano autori noiosi che si limitano a ripetere ciò che altri hanno scritto, le mode che altri hanno instaurato. Ripetono eterni memes.
Io non volevo questo.
Io volevo un testo che prendesse dalla prima all'ultima pagina e quel testo finalmente c'è ed è Rugìle.
E' un testo magico, a mio avviso, che prende e fa accadere molte cose nella vita perché la influenza, come hanno testimoniato molti lettori.
E' un testo per persone con ormoni, che si fermano e gridano al mondo "Ehi ci sono anche io!" Per questo piace ai giovani e giovanissimi. E' un testo per chi vuole la vita e vuole far sentire la sua voce ("Ehi ci sono anche io!") in questo universo fatto di tanti universi.
Chi lo leggerà apparterrà alla vita e non alla morte, apparterrà ai tanti universi che compongono una vita ordinaria ma straordinaria allo stesso tempo perché ti insegna come l'amore, il sesso, sia un continuo passaggio da un universo all'altro, quasi infinito nella sua finitudine, che riempie la vita, fa della vita la vita stessa e ti allontana dal dolore e dalla morte.

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Aboding monsters

being by faith forgotten being in sin befallen the same man has gotten from innocence swollen raised and delv'd his night high monsters ...