Tuesday 20 June 2017

Perché ho scritto "Rugìle"?



Quando sei anni fa ho cominciato a scrivere Rugìle non avevo idea dove andassi a finire.
Il titolo era diverso. Molti titoli si sono succeduti. Quello che ha durato di più provvisoriamente è stato uno preso da un detto giapponese onna gokoro to aki no sora, come il cielo d'autunno il cuore delle donne.
In origine volevo parlare della vita di un uomo, di una vita semplice, dove non accadeva nulla e accadeva tutto perché lui si interrogava sul senso della vita e dell'esistere. Volevo farlo con la maestria di Yasunari Kawabata o Yukio Mishima (ma senza il suo supereroismo). Volevo che la storia scorresse e si adattasse alla varie fasi della vita (come l'acqua si adatta agli sbarramenti), come avevo letto in La cartella del professore di Hiromi kawakami, un libro che mi aveva incantato.
Ma poi volevo parlare dei cuori delle donne, della loro capacità di cambiare, di passare da un universo ad un altro e questo mi portò alla teoria dei multiversi della fisica quantistica. Volevo capire perché un amore dura e un altro no, e questo mi portò alla teoria dell'entaglement della fisica quantistica.
La fisica quantistica mi aiutò a spiegare il sesso, il suo istinto anche violento e assoluto. Mi aiutò a capire come un istinto sia irrazionale e insezionabile perché è ridotto a pochi bit (quelli basilari) di un programma che ci domina e ci fa agire in un modo invece che un altro.
Poi scoprii Rugile, e da lei imparai il vero amore. L'amore assoluto, entangled, potente e davanti al quale non puoi più nasconderti perché la sua forza trascende ciò che sei negando la tua individualità.
Per questo dedicai il libro a Rugìle: mi aveva insegnato ciò che non avevo mai capito. Dovevo esserle riconoscente e grato.

Questo libro allo stesso tempo è divenuto una risposta a molte domande, ma soprattutto a una: come evitare una letteratura noiosa? Il 97% della letteratura corrente è noioso. Leggere un libro spesso costringe a una sofferenza per 300 e passa pagine. Si pubblicano autori noiosi che si limitano a ripetere ciò che altri hanno scritto, le mode che altri hanno instaurato. Ripetono eterni memes.
Io non volevo questo.
Io volevo un testo che prendesse dalla prima all'ultima pagina e quel testo finalmente c'è ed è Rugìle.
E' un testo magico, a mio avviso, che prende e fa accadere molte cose nella vita perché la influenza, come hanno testimoniato molti lettori.
E' un testo per persone con ormoni, che si fermano e gridano al mondo "Ehi ci sono anche io!" Per questo piace ai giovani e giovanissimi. E' un testo per chi vuole la vita e vuole far sentire la sua voce ("Ehi ci sono anche io!") in questo universo fatto di tanti universi.
Chi lo leggerà apparterrà alla vita e non alla morte, apparterrà ai tanti universi che compongono una vita ordinaria ma straordinaria allo stesso tempo perché ti insegna come l'amore, il sesso, sia un continuo passaggio da un universo all'altro, quasi infinito nella sua finitudine, che riempie la vita, fa della vita la vita stessa e ti allontana dal dolore e dalla morte.

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