Saturday 4 September 2021

Non sanno più chi è l'uomo, la famiglia, il maschio, la femmina...




Vivendo in Lituania ho avuto modo di imparare a conoscere un filosofo lituano, un pensatore moderno lituano (uno dei pochi che stands out a mio avviso rispetto alla cultura ufficiale), il cui merito mi pare di riportare al centro della riflessione storica e sociale l'uomo. Soprattutto l'homo interior, l'uomo spirituale della tradizione cristiana, Alvydas Jokubaitis.

In un suo recente articolo del 25 agosto 2021, in Laikmetis (QUI), parlando dello stato lituano fa delle affermazioni valide per tutti gli stati della Unione Europea, ormai sulla via del declino culturale politico e in fase di avanzata bancarotta tenuta artatamente nascosta agli occhi dei cittadini, grazie alla provvidenziale (per i burocrati) "pandemia"

Žmogui nereikia per daug kultūros. Tam pritartų ir moderniosios lietuvių tautos bei valstybės kūrėjai. Tautinio atgimimo laikų lietuvių kultūra neturėjo tų mokslų ir menų, kuriuos turime šiandien, tačiau ji sugebėjo sukurti tai, ką vis sunkiau sugeba išlaikyti dabartinė tauta. Mokslininkai ar menininkai naikina Lietuvą sukūrusią kultūrą. Jie nebežino, kas yra žmogus, šeima, vyras, moteris, Dievas, tiesa, grožis, tauta ir dorybės, t.y. nebežino pagrindinių dalykų.

"I popoli non hanno bisogno di troppa cultura. Questo si adatterebbe perfettamente ai creatori delllo stato e nazione lituani. All'epoca della rinascita dello stato lituano la cultura non aveva le arti e la scienza così come si profilano oggi, ma fu capace di creare quello che la nazione attuale trova sempre più difficile sostenere. Scienziati o artisti oggi stanno distruggendo la cultura che la Lituania ha saputo creare. Non sanno più chi è l'uomo, la famiglia, il maschio, la femmina, Dio, la verità, la bellezza, la nazione e la virtù, ovvero non sanno più che siano le cose fondamentali."

Questa sua osservazione rimette in modo ineludibile al centro della discussione la forza della tradizione e dei suoi valori concepiti nei secoli all'interno di una cultura romano-cristiana. E se da una parte chi sta al potere ha fatto il possibile perché i sopradetti valori venissero fatti a pezzi, dall'altra parte ha fatto sì che in chi si oppone al potere, che ha inteso distruggerli, si sia invece riscoperto la ricchezza di quei valori. Si siano approfondite le conoscenze che fino ad ora venivano mantenute attraverso una menzogna costante e continua ad un livello superficiale e siano state rese più vaste e profonde. Si sia ritornati, appunto in quella parte del popolo che non accetta la narrazione di una realtà che è solo contraffazione,  al valore dell' homo interior e dei valori spirituali e cristiani, nonostante una chiesa svenduta alla massoneria e svuotata della parola di Dio. E si sia attuato il Superuomo nietzschano in senso inverso. Nel senso di un'umanità, quella della minoranza, più forte e sovrumana rispetto alla maggioranza ignava e ubbidiente. Una minoranza che ha superato i limiti di una realtà di copertura e insoddisfacente, atea e massonica. Una umanità di minoranza che ha tuttavia sviluppato una consapevolezza e un coraggio e una fede spirituale e in Dio che prima non aveva, avendo chiaro che qui ormai si gioca non tanto la sopravvivenza dell'uomo ma della vittoria  di Dio su Satana, del Bene sul Male. Ora si ha il coraggio e la forza non di predicare il bene con la speranza che influisca sul male ma di bandire in modo perentorio il male facendo prevalere il bene.
Di espellere dalla porta principale il modernismo e il relativismo, che hanno distrutto la forza della fede, della patria e della bellezza.


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