Sunday 13 November 2016

La Congiura Lituana di Galina Sapozhnikova, Sandro Teti editore



Ho letto anche io il libro della giornalista Galina Sapozhnikova, La congiura Lituana, Sandro Teti editore, sebbene esuli dai miei interessi più immediati. Ma ero curioso di vedere conferma sul modo in cui gli stati si fondano sulla menzogna e il sangue di innocenti.

Un libro controverso, la cui presentazione in Italia si dice che la Lituania abbia cercato di fermare in ogni modo.
Sono un outsider su questo tema ma capisco che il grande merito della giornalista è stato di andare a scavare nei fatti del 1991 alla torre della televisione di Vilnius dove vennero uccise 14 persone e dice l'autrice non dai russi ma da alcuni elementi di reparti (para)militari lituani che appostati sui tetti delle case adiacenti alla torre spararono sui Lituani.
Tutto era stato preparato. Ci si era appoggiati alle teorie delle rivoluzioni non-violente teorizzate dall'americano Gene Sharp, dandosi "un aiutino" con un bagno di sangue moderato (per i particolari rimando alle 240 pagine del libro).

Si sa che gli stati si fondano sempre su bagni di sangue spesso fratricida. Sulla menzogna e la prevaricazione dei diritti.
L'unificazione d'Italia è stata fondata ugualmente ed è nei metodi mainstream ante litteram. E la Lituania non sembra sottrarsi all'onda che coinvolge e regola simili stati di fondazione.
Ammiro che una giornalista coraggiosa dia finalmente una versione non occidentalizzata e perciò anodina quanto menzognera come è sempre nell'essenza del mainstream americano che insegna ad alterare ogni realtà per fondarla secondo la sua visione eccezionalistica.
Concordo con questa versione in quanto a pelle dissento sempre dal mainstream americano che ci voleva pure far credere che l'Isis fosse un movimento spontaneo e non finanziato e fondato dagli USA (coadiuvato dai paesi satellite, Arabia ecc...)

Quello che però mi lascia perplesso, dopo aver inteso che si perseguitano a tutt'oggi funzionari sovietici per fatti anteriori alla fondazione dello stato lituano quando la Lituania era ancora un paese sovietico e quindi ingiustamente, è l'insistenza quasi ossessiva nel dirci che "sovietico è bello". Che l'occupazione sovietica della Lituania era invece voluta e benvenuta dalla stragrande maggioranza della popolazione lituana.
Che i crimini commessi da parte dell'Unione Sovietica (deportazioni ecc..) erano
in fondo il male minore.
Capisco che forse in Lituania molte cose non funzionano, capisco che forse ci siano al potere personaggi che hanno da difendere se stessi dal passato, ma non accetto che uno stato che ha occupato un altro stato per più di quaranta anni possa e debba essere assolto da ogni colpa e che si aspetti la massima comprensione da chi per quasi mezzo secolo è stato invaso e occupato.

Mi sembra che la Sapozhnikova abbia il merito di rivelare la verità sui i crimini commessi da una dirigenza lituana già compromessa fin dagli inizi ma abbia il demerito di insistere troppo nel volere decolpevolizzare un sistema sovietico che ha ingenerato nei sovietici stessi la vergogna di essere sovietici.

Tuesday 4 October 2016

Un libro inutile





Certe volte mi chiedo come si possano pubblicare simili libri. Uno sproloquio continuo un ripetersi che ritorna sempre su se stesso.
Veramente quando ti capitano certi libri rimpiangi i soldi che hai speso.
Capisco ora bene coloro che criticano come dilettantesco il revisionismo sull'Unità d'Italia. Nulla da eccepire quando trovano revisionisti come Pino Aprile e ci vadano a nozze.
Affermo spesso, un po' esagerando, che il 95% di quello che si pubblica è pura merda e mi pare di averne conferma quotidianamente.
Molti che scrivono non hanno niente da dire o se hanno qualcosa da dire non lo sanno dire.
Pino Aprile in 5 pagine avrebbe potuto dire quello che ha detto in 20. Forse anche in tre pagine.
Mi meraviglia come una casa editrice che non sia a pagamento possa pubblicare una simile roba.


Princas VilniuJe.
Fabrizio Ulivieri

Tuesday 13 September 2016

Ma che paese è questo? Il paese dell'Operetta



Quante menzogne, vigliaccherie, falsità. Quante schiene 

ho veduto piegate nel gesto umile e servile.
In quante parole ho sentito dietro l'espressione devota 
l'inganno
(B.M.)



Ma che paese è questo? Non esiste diritto all'autodifesa. Un poliziotto non può toccare un malvivente o finisce denunciato (ma nelle manifestazioni contro Renzi i poliziotti picchiano senza problemi gli italiani che dissentono. Questo si può. E' lecito. Picchiare un negro o un ladro no).

Ti entrano in casa o in negozio non puoi sparare, non puoi picchiare, non puoi chiudere il ladro in una stanza o sarai denunciato per percosse, eccesso di legittima difesa o sequestro di persona. Entrano in casa, la occupano non puoi mandarli via...la polizia che difende Renzi non difende però te a cui hanno sottratto la propria abitazione. Questo non possono. Il cittadino italiano non esiste.

Un negro, un immigrato, un ladro, uno zingaro sono razza protetta invece...guai a toccarli; sarai perseguito, passibile di denuncia, condannato. Vituperato.
Questo non è un paese per onesti. Questo non è un paese per italiani con le palle. Nessuno s' incazza e i pochi che si incazzano saranno sottoposti a ogni vessazione della legge immaginabile e possibile.

In parlamento il primo ministro è un abusivo. E prima di lui vi era un altro abusivo.
Le aziende sono assassinate dalle tasse. I dipendenti anche.
Apri la partita IVA e subito sei equiparato a un criminale...

I cani sono diventati i veri figli da amare. I gay si dichiarano perpetuamente vittime e alla fine sono una delle le lobby più potenti d'Italia.
I maschi giovani a crescente maggioranza sono effeminati per moda o per omologazione e i veri uomini sono le donne...

Ma quali le ragioni di un paese divenuto così grottesco, distorto?
I piú si lamentano ma sono senza virilità, amorfi, passivi, istupiditi dal calcio e decerebrati dalla TV.
La cultura della Sinistra dopo anni di lotte è invecchiata all'ombra della caduta dell'URSS e non ha più ideali e si è fusa con i postdemocristiani appastoiati da una chiesa che ha deresponsabilizzato le menti, le ha fatte abdicare a ogni responsabilità. Tutto è rimesso ad un tertium e nessuno si assume mai in prima persona le proprie colpe.
Il buonismo del "volemose bbene. Itagliani brava ggente " del neorealismo ha creato un tabù nel popolo che è cresciuto sotto questo imperativo falso, che tutto deve essere accettato e tollerato in nome di un' italianità da operetta.


Operetta. È la parola giusta.

Siamo un paese da operetta. Abbiamo pure abdicato alla commedia dell'arte. Alla furbizia che la permeava. All'animosità del vivere che la supportava. Alla giocosità e inventività che era la narrativa dei personaggi che la popolavano.

Abbiamo abdicato in ogni senso. Ci siamo arresi e non si vedono segnali di rivolta.

Princas VilniuJe



Thursday 8 September 2016

Amo ferocemente, disperatamente la vita - per questo aborro i meme



Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l'erba, la gioventù. L'amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile (P:Pasolini)



Una mia amica, Monica Bucciantini, attrice di teatro mi ha più volte ripetuto che il male della nostra cultura (in senso late) è "la mancanza di Maestri. Non ci sono più Maestri oggi".
All'inizio mi pareva un'opinione poco condivisibile. Troppo teatrale forse. Troppo confinata alla cultura teatrale (stricte).
Invece con il tempo credo di aver raggiunto il punto di coincidere con il suo giudizio.
Se mi guardo intorno di Maestri non ne vedo. Solo ripetitori, che a furia di ripetere opinioni acquisite e consolidate da decenni non hanno altra alternativa che continuare a ripeterle.
Per trovare Maestri devo risalire a qualche anno indietro: a Pasolini, a Fellini, a Moravia, a Totò, Mastroianni, Strehler, Gaber, Evola...alcuni di questi erano pure noiosi (e tutti di Sinistra, con la sola eccezione di Evola) ma avevano tutti qualcosa da dire.
Mi ricordo in particolare Pasolini: un logorroico, un noioso, uno che parlava di tutto...ma aveva qualcosa dire. E con vigore e veemenza lo esprimeva. Anche con volgarità e disgusto talora.
Oggi ai Maestri si sono sostituiti i meme. Replicatori senza novità e senza fine, senza la forza dell'aver qualcosa da dire. Replicatori di modelli vuoti e deboli.
La creatività sta nel connettere un'idea alla forza della sua espressività. Un Maestro infatti connette la forza dell'idea alla forza di espressione. Al bisogno di dire in modo inequivocabile e assoluto ciò che ritiene come un valore inderogabile.
Il meme invece è un valore relativo che tende a ripetersi non per una forza interna ma per una comodità di espressione, conformità alla comodità, omologazione, per mancanza di iconoclastia, all'interno di una società lassista e troppo permissiva.
I valori forti infatti si sviluppano solo sotto regimi, società dominate da forti contrasti sociali, società oppressive e autoritarie...La troppa permissività distrugge i valori forti.

Nelle società democratiche, dove il liberalismo (i.e. capitalismo selvaggio) e il permissivismo (apparente) dominano, esiste solo conformità per mancanza di contrasto, per piattezza di espressione, per ripetizione infinita, per replicazione, per annullamento dei contrasti e delle differenze (l'esempio più calzante è Facebook).
E' la società dei meme, che agiscono solo in modo deterministico, quasi in assenza di libero arbitrio, ben descritta da David Deutsch in "The Beginning of Infinity":

"Meme: An idea that is a replicator. A rational meme replicates because people find it valuable. An anti-rational meme replicates by disabling its holder's rational thinking so that one has no choice but to spread it"

Princas VilniuJe

 

Wednesday 31 August 2016

Italiano quarta lingua studiata nel mondo si diffonde nonostante l'assenza dello Stato grazie ai nuovi eroi



Se l'Italia economicamente va a fondo e politicamente è in mano alla finanzia globale ebrea che schiavizza indebitando e distruggendo le strutture socialmente utili a livello di lingua va a gonfie vele.

Infatti si dice che l'italiano sia la quarta lingua più studiata al mondo e questa stima a mio avviso ha buone probabilità di essere vera.

Quello che colpisce (almeno a me) è che non ha questa posizione in virtù di valori letterari (la letteratura italiana moderna e contemporanea è veramente provincialissima - basta vedere la scrittrice di maggior successo all'estero: Elena Ferrante) ma in virtù di certi settori economici trainanti: cibo, vino, moda, automobili, design, architettura, arte, musica leggera che costituiscono i motori che muovono tante persone nel mondo a innamorarsi della lingua e di riflesso del nostro paese.

Un altro grande motore, e meno noto, sono l'opera e il canto lirico. Sono tantissimi gli studenti che da tutto il mondo vengono in Italia per studiare canto e lingua.

Dispiace, al solito, vedere come lo Stato sia latitante nel sostenere la diffusione della lingua all'estero.

Molto attivo invece nel chiudere gli istituti culturali all'estero (per supposta mancanza di fondi) che erano e sono veri avamposti nella diffusione della lingua.

Ora i veri avamposti moderni e eroi moderni per la diffusione della lingua sono i ristoratori che vivono all'estero, gli agenti di commercio che fanno export, le aziende che fuggono dall'Italia per la tassazione assurda e a causa dei sindacati che hanno immobilizzato e addormentato questo paese nella livellazione dei meriti a favore anche di chi non merita.

Sono eroi i Toto Cutugno, Gli Albano e Romina Power, gli Eros Ramazzotti, le Laure Pausini, i Tiziano Ferro, i vari Zucchero...

A questi eroi io aggiungerei le tantissime scuole di lingua private in Italia e all'estero che vivono vendendo il prodotto "Lingua Italiana", che cercano studenti per vendere la conoscenza di questa lingua, la promuovono alla fine e la diffondono.

Viva l'Italia comunque:

Viva l'Italia
L'Italia occupata
L'Italia dei sindacati
L'Italia del Bomba
L'Italia derubata e colpita al cuore
Viva l'Italia
L'Italia che muore.
Viva l'Italia presa a tradimento
L'Italia assassinata da giornali, politici e cemento
L'Italia piena di escrementi
Viva l'Italia!
L'Italia africana

Sunday 28 August 2016

La retorica del buonismo italiano




Ogni epoca ha la sua retorica.
Per retorica intendo un eccesso di informazione che scade nella disinformazione. La retorica (disinformativa) nasconde un vuoto. Può essere il vuoto politico, culturale, economico, morale...
Il trasformismo e voltagabbanismo italiani ne sono due aspetti. La retorica è soprattutto falsità volta a coprire...qualcosa.
Sì pensi alle falsità storiche sull'unificazione d'Italia; alle stragi perpetrate ai danni di chi nel sud si opponeva al regime Savoia coperte dalla retorica dell'unificazione.
Si pensi agli atroci crimini operati dai partigiani rossi a guerra finita sempre coperti dalla retorica di "rosso è bello", "rosso è libertà" che perdura a tutt'oggi con l'idea che "Sinistra è  bello".
Si pensi infine alle falsità degli USA che dal 2001 sono in costante guerra con il mondo in nome della retorica idea che loro rappresentino l'eccezionalismo democratico da seguire ed esportare.

Se si guarda bene in tutti questi come in altri innumerevoli casi la retorica è caratterizzzata dal buonismo (l'aspetto buonista) della falsità.  In tutti questi casi ogni atrocità è  stata commessa in nome di un Bene comune o superiore.
Ebbene quanto buonismo appare nella retorica degli autoreferenziali politici italiani in occasione di disastri naturali e stragi?
I media anche traboccano di buonismo in siffatte occasioni.
Il buonismo ha effetto virale, basta vederne le ripercussioni sui social media in questi giorni di vittime da terremoto.
Il buonismo retorico è ugualmente  ciò che copre, anima e sostanzia (economicamente è Bruxelles e gli interessi occulti di chi vuole destabilizzare l'Europa che la sostanzia) l'immigrazione sfrenata volta a portare l'Africa e il medio oriente in Europa.
La cultura italiana post guerra a causa del neorealismo e del cristianesimo democristiano da facciata (Renzi ne è un degno seguace) ci ha plagiati di buonismo. Siamo purtroppo figli del "volemose bbene", "itagliani brava ggente" di Anna Magnani e Alberto Soldi...
Per il troppo buonismo questo paese vive un coma irreversibile che porta alla morte.
Abbiamo abdicato al sonno. Ci Siamo consegnati all'ozio perenne, al temporeggiare  fine a se stesso.
Facciamo finta di essere sani e nemmeno più sentiamo il peso della nostra inutilità

Princas VilniuJe
Fabrizio Ulivieri

Wednesday 24 August 2016

Come il cielo d'autunno il cuore delle donne






Ho scritto un libro strano.
Il titolo è "Onna gokoro to aki no sora"un detto giapponese che in italiano suonerebbe "Come il cielo d' autunno il cuore delle donne"..

Innanzitutto è la storia dei tanti universi dell'amore.
Ma è anche la storia della decoerenza della vita,del suo passaggio da uno stato all'altro colti ad un determinato punto della decoerenza.
È un libro che coniuga la realtà prima del mondo esplicito (visibile) fatta di direzioni logiche e leggi fisiche e umane e morali, esistenziali, alla seconda (ma in realtà prima nell'ordine della generazione) fatta di funzioni d'onda, di mondi (universi) impliciti su cui si fonda quello esplicito.
La seconda realtà (di cui si parla apertis verbis nei sunti) è fatta di particelle (bits) che informano la realtà esplicita; è la realtà non di un universo ma di tanti universi che comincia da una Singolarità (Big Bang) e terminerà in una Singolarità (Big Crunch). È una realtà che si autopragramna e programma ogni cosa nell'universo (universi) autoprogrammandosi. È una realtà strana fatta di particelle che sono allo stesso tempo in luoghi diversi, che a distanze impressionanti, di anni luce, possono correlarsi e influenzarsi; dove tutto è possibile. Anche l'impossibile del mondo esplicito diviene qui possibile e trova (forse) spiegazione.
E si parla del libero arbitrio, il nesso indubitabile fra le due realtà: ciò che tu decidi ora potrebbe già essere stato deciso dal programma che tiene in vita l'universo (universi)

È un libro strano ma l'ho scritto, è quasi terminato dopo quasi sei anni.


Princas Vilniuje
Fabrizio Ulivieri

Friday 12 August 2016

Agosto: l'atroce moda solo italiana del tutto chiuso





Si legge che sia iniziata nel dopo guerra, a causa della FIAT. La FIAT chiudeva ad agosto e di conseguenza anche l'indotto (tutte le aziende che lavoravano e collaboravano con la FIAT) era costretto a chiudere ad agosto.
Il boom è stato certamente negli anni Sessanta, Settanta e anche Ottanta. Città vuote, spettrali, turisti che si aggiravano come birilli nel deserto.
A partire dagli anni Novanta la situazione è leggermente cambiata.
Ora ci sono un po' più persone in città (ma sempre poca cosa): a causa della crisi economica, un po' le ferie si scaglionano, alcune aziende hanno scelto di continuare a lavorare...
Ma è comunque sempre e poco cambiato.
Città alla fine vuote, bar irreperibili (devi camminare a lungo per trovarne uno aperto), negozi chiusi...
L'apice sono i giorni attorno al 15, prima e dopo, dove la serrata generale è un must.

Quello che si nota meglio in questi giorni sono i negri (che sono già tanti - troppi - quando ci sono gli italiani in attività), che spiccano di lontano in tutta la loro lucente negritudine e nel loro olezzo inconfondibile.
Ora  ancor più sembra l'Africa vista la latitanza dell'italiano. 
I negri non vanno in vacanza. Gli italiani sì.
In compenso però i negri hanno (spesso) iphone e android che gli italiani si sognano.
Sarà perché gli italiani vanno in vacanza e i negri no?
Non so. Ma una cosa accomuna sempre di più i negri agli italiani, li avvicina e li equipara: il desiderio di apparire e la poca voglia di lavorare.
Diciamola la verità! Con poche eccezioni gli italiani non hanno voglia di lavorare ma vogliono tutti i diritti del mondo.
Come i negri.

Thursday 11 August 2016

Io non mi sento italiano




Una canzone di Giorgio Gaber diceva:

Io non mi sento italiano
...
questa nostra Patria
non so che cosa sia
...
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi
...
Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia


Forse non saremo la periferia estrema, ma come tutte le periferie siamo poco creativi, innovativi, smidollati, senza centro, abulici, disorientati, vegetativi, un po' zombi...
Ma chi ci rappresenta (chi rappresenta questa periferia), il nostro primo ministro, supera ogni aspettativa.
Più volte vedendo le smorfie (da idiota) i contorcimenti facciali, le espressioni ebetiche del volto mi chiedo se il nostro premier sia affetto (più o meno leggermente) da asperger.
Lo sospetto ma non ne sono certo.
Se lo fosse almeno avrebbe una scusa plausibile.

Uno dei ritornelli più comuni fra gli italiani una volta era "Ma perché l'avete votato?".
Ora non possiamo dire nemmeno questo, il sistema che governa il mondo ce lo ha imposto.
Il terzo colpo di stato (dopo Napolitano e Monti) incruento (a differenza della Turchia) in Italia, in meno di un decennio.
Però in tutta onestà mi chiedo come possa, chi lo ha favorito lo appoggia e lo sostiene, aver lo stomaco di guardare siffatta creatura. 
Le sue interviste internazionali in lingua inglese rassomigliano in modo impressionante al comico americano Jerry Lewis.

Ma almeno lui lo faceva per lavoro. 
Il nostro premier lo fa solo per esibizionismo, credo. Non vedo altrimenti la necessità di assumere simili pose davanti a giornalisti allibiti e ironici (al limite di ridergli in faccia).

Dunque quei poteri forti che lo sostengono si chiederanno mai che idiota, nel senso anche etimologico del termine (singolare), abbiano messo al posto di comando?

O forse lo hanno scelto proprio per aver bene inteso l'essenza del popolo italiano: a Firenze, quando era sindaco, mi dicono che lo chiamassero "palle di segatura".
Uno evidentemente poco coraggioso: come il suo popolo, che nemmeno lo ha scelto a rappresentarlo.




Wednesday 10 August 2016

Il mito della privacy

Via www.repubblica.it




La parola privacy è divenuto solo un termine retorico a cui ci si appella per, in realtà, giustificare l'invasione della privacy.
Non esiste la privacy. In nessun modo. Siamo tracciabili in ogni momento.
Esiste il processo di mostrarsi ormai insito in ognuno. Siamo ormai programmati da internet e social media a mostrarci. A mostrare i nostri lati, più intimi e meno intimi.
Come può esserci privacy dal momento che è ferma la volontà di mostrare se stessi in ogni momento della vita?
Alla privacy si appellano ormai e solamente le autorità quando fanno ricorso a misure restrittive e penalizzanti rispetto alla libertà.
Libertà e privacy decrescono pari passo.
Ormai social media e media e internet sono in grado di ri-programmare le volontà di coloro che li usano.
Ci tengono in un flusso aperto e continuo e si autoprogrammano riprogrammandoci.
Matrix è qui, hic et nunc.

Tuesday 9 August 2016

Italia terra di finocchi

via http://meridianamagazine.org/




Il titolo è forse forte e sicuramente non tutti gli italiani sono così ma la maggioranza lo è, in quanto o gay veramente o depallizzati, cioè privi di palle, di coraggio di ribellarsi, di dire le cose come stanno preferendo seguire la cultura depallizzata e sminchiata di quella che era una volta la Sinistra (difatti la "Sinistra" favorisce appoggia e sostiene la lobby degli omosessuali - sicuramente una delle più potenti in Italia)
In Italia non si può parlar male di finocchi, negri, ebrei (di loro è proibito parlarne male in tutto il mondo) e bisogna per forza dire che gay è bello.

Gay non è bello. Gay è nevrastenia, se essere gay significa imporre assurdità come matrimoni o adozioni come cosa legittima e giusta.
Sicuramente favorire questo tipo di unioni aiuta - a lungo termine - a decrementare l'innalzamento della popolazione mondiale assieme alle guerre senza fine che sono in atto nel mondo.
L'orientamento sessuale non mi interessa e non ne parlo. Ognuno sessualmente (e personalmente) ha il diritto di orientarsi sessualmente come vuole ma non di assurgere il suo privato a cultura nazionale.
Gli italiani in generale preferiscono la cultura del piagnisteo, del fighettismo, della comodità, del parlare male alle spalle, del non esporsi mai in prima persona, del non incazzarsi, la politca da Facebook e Twitter, dove l'impegno è solo mediatico e mai fisico (Salvini docet).
L'omosessualità come forma di libertà ad ogni costo è certamente viva solo in stati dove la troppa libertà ha contribuito alla scomparsa di valori forti (solo nelle dittature la cultura di contrapposizione al regime sviluppa valori forti).
In Italia l'individualismo esasperato e il menfreghismo hanno ampiamente sostituito i valori, gli ideali. Oggi l'deale più forte è "farsi i cazzi propri", gridare al mondo intero la propria intimità, sbandierare i propri gusti (non solo sessuali) in modo sfacciato e irritante.
Ma questo è esibizionismo non è avere le palle.
Avere le palle significa anche arrivare allo scontro fisico e armato per difendere i propri diritti.
E nel dire questo penso a tutti quelli che sono morti (di destra e di sinistra) nella Seconda Guerra Mondiale perché credevano in un mondo migliore.
Immagino che se oggi potessero vedere in che mani hanno consegnato il sacrificio delle loro vite la vergogna rabbiosa che proverebbero per se stessi e per il sacrificio estremo che hanno compiuto.


Princas Vilniuje
Fabrizio Ulivieri



Italia o Africa?

Via http://gioschiavinato.blogspot.it/




Italia o Africa?
Sinceramente non lo so. Comincio ad avere dubbi, e forti.
Cammini e vedi solo negri. In alternativa cinesi, filippini, indiani, pakistani, marocchini, albanesi, rumeni, bulgari, singalesi...
Ma sono italiano? Mi chiedo.
Dove sono gli italiani?
Il senso di identità è perso.
Rumore rumore e rumore. È un paese che dovunque produce rumore (basta entrare in una grande stazione e ti sembra il giorno del giudizio). E ben si adatta ai vocioni dei negri.
Razzista?
Se per razzista si intende la perdita della propria identità e cultura a favore di corpi estranei e nocivi, allora si sono razzista. E felice di esserlo.

Ma perché nessuno mai si arrabbia in questo paese?
Perché nessuno mai dice che è divenuto un paese toppato come la pelle delle mucche? In cui il nero dilaga sul bianco. In cui l'estraneo e più forte dell'indigeno?
Per un motivo. È un paese di gente senza palle.
Un paese depallizzato.




Princas Vilniuje
Fabrizio Ulivieri

Tuesday 3 May 2016

Salomėja Nėris SAULĖS KELIAS - La via del sole



Žiūrėk - mums saulė kelią
Vaivorykštėm nudažo,
Mus pusnuogius apkloja
Ji šilko spinduliais -

Nušviesk ilgai, saulele,
Gyvenimą mūs gražų! -
Paskui naktis akloji
Ties jūra nusileis ...


Guarda - per noi il sole una strada
di arcobaleni dipinge innanzi,
e ci copre mezzi nudi
di raggi e di seta -

Illumini il sole, una vita
a noi lunga eppure bella
prima che la notte e le tenebre
calino su questo mare

Princas Vilniuje
Fabrizio Ulivieri

Friday 29 April 2016

Salomėja Nėris Kada manęs nebus - Quando io più non sarò




Kalnuos pilki ereliai nardo, –
Kalnuos ir mes abu.
Vai, kas kartos tau mano vardą,
Kada kalnų nebus?

Nerūpi nieks – ir paukščiais suokiam,
Čirenam vyturiais.
Vai, kas primins tau mano juoką,
Kai vasara praeis?

Su saule džiaugsmas nusileido,
Su saule vėl nubus –
Vai, kas pakeis tau mano meilę,
Kada manęs nebus?

Sulle montagne aquile grige si tuffano,
e sulle montagne anche noi due andiamo.
Ma chi ti pronuncerà il mio nome di nuovo
quando anche le montagne non saranno?

Non è importante - canteremo come i passeri
e cinguetteremo come le allodole.
Ma chi ti ricorderà ancora la mia risata
Quando pure questa estate sarà passata?

Con il sole la gioia tramonterà
e con il sole ancora sorgerà.
Ma chi sarà il tuo nuovo amore
quando io più non sarò?

Princas Vilniuje
Fabrizio Ulivieri

Thursday 28 April 2016

Justinas Marcinkevičius "Aš nenoriu meluoti" - "Non voglio mentire"





Aš nenoriu meluoti pats sau,
Nes esu sąžiningas žaidėjas:
Pailsau aš, draugai, pailsau,
Darbo dieną vos tepradėjęs.

Bet pakeisti manęs nereikės,
Aš iš rankų dainos nepaleisiu:
Atsilaušiu iš savo riekės
Ir toliau nesiskųsdamas eisiu

Non voglio mentire a me stesso,
perché sono un giocatore onesto:
sono stanco, amici, stanco
E ho appena cominciato un giorno di lavoro.

Ma non ho necessità di cambiarmi,
non lascerò sfuggirmi il canto di mano
spezzerò del pane di casa
e continuerò ad andare avanti senza neanche un lamento

Princas Vilniuje
Fabrizio Ulivieri

Friday 22 April 2016

Justinas Marcinkevičius Kalba gimtoji - Lingua e madre







Gimtųjų žodžių apkabintas,
Aš gyvas kalboje.
Sakau: esi man, kaip žibintas
Pasaulio tamsoje.
Kas moka žodį – randa kelią
Visur ir visada.
Sakau: lietuviška knygelė-
Kaip neregiui lazda.
Kalba gimtoji – kasdieninė
Tu- duona mums esi,
Kai tariam: motina, gimtinė,
Dangus – ir mes visi.


Vivo abbracciato di parole della mia terra
Io vivo radicato in questa lingua
io ti dico che sei per me luce
in un mondo di tenebra.
Ogni parola che conosco mi piega a nuova direzione,
ovunque e sempre.
Io ti dico piccolo libro lituano
che sei come un bastone per ciechi.
Lingua e madre - lingua di ogni giorno
tu - il pane nostro sei
madre, terra nativa,
cielo - in ciascuno di noi viva



Princas Vilnuije
Fabrizio Ulivieri

Wednesday 20 April 2016

Pavydas ir Meilė - Gelosia e amore



Pavydas
Pavydas yra jėga, kuri juda spirale iš centro ir praryja centrą, po to periferija sugrįžta į centrą stipresnis nei anksčiau.

Gelosia
La gelosia è una forza che si muove a spirale dal centro e divora il centro e poi la periferia per ritornare al centro più forte di prima.

Pavydo kalba
Kokia yra pavydo kalba? Intriguojanti? Aštri? Sudėtinga? Įtari? Tai tikrai kalba, kuri ryja tuos, kurie ją naudoja.

La lingua della gelosia
Com'è la lingua della gelosia? intrigante? tagliente? macchinosa? indagante? sospettosa? è sicuramente una lingua che divora chi la usa.

Pavydas ir įtarimas
Pavydas neegzistuoja be įtarimo. Įtarimas atveria duris pavydui Meilė neigia įtarimą. Meilė klesti dėl pasitikėjimo. Įtarimas pakerta pasitikėjimą ir tada atidaro duris pavydui.
Ir meilė miršta.

Gelosia e Sospetto
Gelosia non esiste senza Sospetto. Sospetto apre le porte a Gelosia. Amore rinnega Sospetto. Amore vive di Fiducia. Sospetto mina prima Fiducia e apre poi le porte a Gelosia.
E amore muore.

Pavydas ir žvilgsnis
Medeos pavydas pagimdė nužudymą, taip pat kaip ir Otelo pavydas.
Abudu turėjo žvilgsnį, išduodantį siaubą, kuris gyveno jų sielose.

Gelosia e sguardo
La gelosia di Medea generò l'omicidio, quella di Otello anche. Entrambi avevano uno sguardo che tradiva l'orrore che vivevano dentro il loro animo

Justinas Marcinkevičius‬ Iš natūros



tais metais? tais metais paparčiai
lapojo bedieviškai sparčiai
bijojau (prisipažįstu)
kad tik per anksti nepražystų
kad lig šv. Jono nakties
iškęstų – paskui jau vis tiek


In questi anni? in questi anni le felci
senza un dio hanno messo rapidamente le foglie
e io ho avuto paura (lo confesso)
che solo non fiorissero troppo presto
che durassero fino alla notte di San Giovanni
- ma in fondo, tutto mi era indifferente


Princas Vilniuje
Fabrizio Ulivieri

Aboding monsters

being by faith forgotten being in sin befallen the same man has gotten from innocence swollen raised and delv'd his night high monsters ...