Giorgio ebbe per tutta la sua vita un problema con la bellezza. La bellezza, non è mai completa per quanto uno sia bello - e Giorgio bello lo era e si sentiva bello. La bellezza tende sempre alla vanità e al narcisismo; e diviene un problema di coscienza perché sempre le manca qualcosa per essere quell’ideale che essa stessa si propone. E questo porterà sofferenza, perché il segreto dell’attrazione risiede in realtà nel potere dell’imperfetto. Soprattutto era nel sesso che sperimentava questo. Nel sesso dove il brutto, l’animalità, la volgarità, la sporcizia sono le basi della foga e del trasporto erotico. Della mascolinità e della perversione maschile e femminile. E questo talora lo sconcertava e gli dava problemi di tenuta. Tanto che l’ossessione del corpo - delle sue imperfezioni - culminò decadi più tardi in un suo poema che scrisse per gli amori eterni della sua vita quando aveva accettato ormai l’imperfezione e lo sconcio della vita: Amo il tuo corpo, amo la tua pelle Le tu...
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