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Showing posts from May, 2025

Is poetry Metaphysics? Third Lesson (Metaphysics of Flesh)

  Se guardo il cielo nuvole e azzurro Fra gli alberi che al vento cambian L' azzurro e le nubi e le forme vedo Si piegan nei rami di foglie verdi. Il cielo anche si sposta in alto Perché vive se lo guardi - mai fermo. Come il mare mai riposa ora e poi. È pace o dolore che lo muove? Or si vuota or si piena - mai calmo. Ma di giù mi sento con te - lassù Non perso ma a casa arrivato quasi In forma d' amore chi cerco sei tu. "If I gaze at the sky, clouds and blue, Among the trees that shift in the wind, The blue and the clouds and their shapes I see. They bend in the branches of green leaves. The sky, too, moves upward, For it lives if you watch it—never still. Like the sea that never rests, now and then. Is it peace or pain that stirs it? Now it empties, now it fills—never calm. But from below, I feel with you—up there, Not lost, but almost arrived at home, In the form of love, the one I seek is you" What does this poem hide? It hides life’s unfolding in its self-underst...

The Little Book of the Dead - Marco

  Marco, my Little Egg, living in the cosmic broth, you never lived—yet. You lived in that cosmic ocean without wind, without light, without sky and earth. Without above and below. You lived protected in the womb—you lived in an unfathomable, profound water. Existent were you or non-existent were you not? There was no sign of night nor of day in the shelter you lived. You breathed without your own breath by independent will. Darkness and no-darkness were in your haven. By the power of heat, your desire to live, you primal semen, was pushing to come to be. Gods were on the side of your creation in this world. Whence this Evil did arise? Do the overseers of this world know? Was it in the seed of their mind, your life to terminate? In their heart were the monsters who know how to harness the world. Monsters generate monsters. My little Egg, you never lived, because one of the monsters I was. I was your assassin.

Perché il corpo e non lo Spirito?

  Quando tocco un corpo ora Quasi è prendessi l'ostia Nelle mani consacrata. L'ingerenza di un mondo vivo Di vita che porta - con sé sacro Strumento ritmo di presenza. Il corpo è il mondo e di più. È l'eccedere di quello nell' oltre Che dà ragione qua dell'agone Che brucia didentro la carne. Ne cerco il cosmo suo Ordinato, l'esser se stesso Amato o odiato che in sé E solo in sé vive e cresce. Destinato alla morte eppure incurante cerca le vie alte Del cielo l'orizzonte lontano Di un sentire che scuote la resurrezione difficile creduta ma di carne data. I corpi sono tanti - impossibile Amarli tutti - solo un Dio potrebbe. Ma potrebbe anche lui tutti amarli senza distinzione per sua interna ragione? Neppure un Dio, un Dio vero, potrebbe accettare i tradimenti tutti i corpi tiepidi li vomita i corpi che passano senza storia. Ma la domanda rimane: Perché il corpo e non lo spirito tocco ora e vedo? Forse lo spirito è quello, quello che carezzo sento, i fantasmi c...

Is poetry Metaphysics? Second Lesson (Echoes of the In-Between)

  In poetry, in the ordinary (saeculum) abides the extraordinary (divine). In the language of poetry, within every familiar, immediate meaning of each word, a deeper meaning is necessarily echoed; if we hear it, a revelation of something that abides beyond the usual meaning emerges. It can be like a voice Perché mi abbandoni? Perché taci? La tua sorda voce dentro fugace. Fuori è la neve - l'inverno di nuovo Il sole appare guarda scompare E tu anche venivi e poi andavi ma ora fatta ti sei impensabile ti rendi e nascondi inarrivabile. Why do you abandon me? Why are you silent? Your mute voice within, fleeting. Outside it’s snowing—winter again. The sun appears, look, it disappears. And you too came and then went, But now you’ve become unthinkable, You show yourself and hide, unreachable. In that silence, the poet discovers the signs of a relation between the inward and the outward, in the in-between of the coming and going of the sun, in the changing of the seasons, that the thinkabl...

Is Poetry Metaphysics? First Lesson (Bridging the Finite and the Infinite)

  Poetry can be close to metaphysics, as both relentlessly seek answers within the fabric of ordinary life. Like metaphysics, poetry offers responses to the questions of existence, reaching toward a Fullness that gives meaning to our inability to articulate the inexpressible. Consider this poem: C'è un punto in cui - il silenzio È tutto. In cui inutile è dire Inutile parlar - lì è pienezza. E non piccolo il frutto è dove Si sa che il tacere dà esempio. Parlare e oltre il limite adire Porta un danno al senso d'altezza Ove di sé conosce ciò che muove. There is a point where silence— Is everything. Where speaking is futile, Useless to utter—there lies Fullness. And no small fruit is borne where It is known that silence sets the example. To speak, to transgress the limit, Damages the sense of height Where the self knows what moves it. Here, the poet reformulates Wittgenstein’s famous dictum from the Tractatus Logico-Philosophicus : Wovon man nicht sprechen kann, darüber muss man s...

Buy me a coffee

  buymeacoffee.com/FabrizioUlivieri

I fantasmi di certe ideologie generano mostri

I fantasmi nascon presto Già prima che sia la luce Nel liquido primordiale Della madre che ci porta. Hai avversione perché Io il tuo fantasma morta Ti volevo. E non puoi Interamente me amare Se io a te la tua vita Quando come uovo quasi Ancora in brodo cosmico Respiravi di ucciderti Parlavo alla tua madre Per interna debolezza Per idiozia d' un uomo Che non ancor uomo era E le palle non aveva. Per questo Silvia ti adoro E capisco il non darti Il tuo da me ritenerti  Diffidente e distante Il tuo star non vicino Me padre - me - l' assassino.

Dalla tenebra voce esce e il dove dice

  Tu Silvia e tu Claudina Tu Živiliukas amori Siete miei e come io Potrei amar così voi Senza amare il corpo Quello vostro che voi siete Che dentro di voi tenete? Che è il corpo se non noi? Che è l'anima se non noi? Il corpo che Dio c' ha dato? Lì dove non accidenti Ma di sostanza ha guerra De il bene e il male Del sé contro il sé ἔρις . Infinita lotta e forma Che nasce e muore luce E dalla tenebra voce Esce e il dove dice.

Dite - se d'amor o rabbia ancor vivete

  Sieti raccomandato il mio Tesoro, nel qual io vivo ancora, e più non cheggio (Divina Commedia, Canto XV, 119-120) Io so che quando arrivate la notte leggeri e inavvertiti v' annunciate e che a me venite per il dire. Affiorate in sogno - qual altro modo potete? - per dirmi di vostra mente che parla al mio cuore l'assillo. Per amore lo fate? O ché soffrite? Importa al morto la sorte dei vivi? Di cose qua lasciate vi curate? Ancor patite che il figlio ha vita che va per luoghi che voi non volete E lontana casa lasciate piena E il mondo che di là qua s' illumina la notte visitate? Se d'amor O di rabbia ancora vivete dite.

Ti ricordi?

  Quante volte hai detto: Ti ricordi? Per dirmi della mano che spingeva Noi di lontano e al futuro poi Guardando dietro allora Ti ricordi? Mi dicevi Ti ricordi il giorno quando...? Ti ricordi come volevi...? Al suono di quella domanda Ora un calore della passione Di speranza e di paura sale Di sbagliare, del timor di cadere Se la mano invisibile dietro Non seguiva. Ma ora - come suona Dolce quel Ti ricordi, tu, non senti?

Encontrar lo extraordinario en lo ordinario

  ¿Puede ser el espíritu sin cuerpo? ¿Puede ser una verdad que no requiera sufrimiento del cuerpo? ¿Puede ser un momento de tu vida sin una mala fuerza que se interponga para arruinarlo? ¿Cómo se podría decir que no hay una continua tensión entre el cuerpo y el espíritu? El alma conquista el cuerpo solo después de una batalla infinita con el cuerpo, y el cuerpo se libera del alma solo transfigurándose. Buscar la verdad, cualquiera que sea la cosa que se pueda entender con eso, implica un constante sufrimiento del cuerpo. No hay espíritu, no puede haber espíritu —realización espiritual— sin una lucha intestina y continua con el cuerpo. Esta lucha intestina crea al individuo, y el individuo es una forma de lucha entre sí mismo (individuum) y, en enfrentamiento con la plenitud del ser con la que uno se confronta cotidianamente, un ser que se manifiesta en lo ordinario. ¿Y dónde lo encuentro eso? Lo encuentro en la sensación de que yo no siempre y todo soy yo; yo soy algo más de lo que...

Morti - fra vivi camminate

  τοὔτο γὰρ αὐτό ἐστιν ζῶν καὶ τεθνηκὸς τοῦτο γὰρ μεταπεσόν ἐκεῖνό ἐστι κἀκεῖνο πάλιν μεταπεσὸν τοῦτο Stessa cosa infatti son il vivo e il morto questo infatti mutando è quello e quello mutando, di nuovo, questo. (Eraclito) Saldi stretti in me contrario In vita ancor rimanete. Nel mio mondo ordinario Straordinari vi tenete. Nell'attimo voi apparite Nella notte muti arrivate L'oblio del mondo aborrite morti - fra vivi camminate.

Non parvus est fructus - Non piccolo è il frutto

  C'è un punto in cui - il silenzio È tutto. In cui inutile è dire Inutile parlar - lì è pienezza. E non piccolo il frutto è dove Si sa che il tacere dà esempio. Parlare e oltre il limite adire Porta un danno al senso d'altezza Ove di sé conosce ciò che muove.

Credo nel sangue

  La sangre de mi espíritu es mi lengua y mi patria es allí donde resuene soberano su verbo, que no amengua su voz por mucho que ambos mundos llene. (Miguel De Unamuno - Rosario de sonetos líricos) Credo nel sangue - nella verità  D'una voce che un dio pur cattivo Non può ingannare - in lui la vita in lui la morte tutto trascende Agonia di lotta senza fine Nel sangue nasce e nel sangue muore La fede in un corpo che ne vive E cerca del mondo quell' orizzonte Del sopra e del sotto sente il dubbio Sta nel visibile e nell' invisibile  Ma nel sangue la radice di sé Unica cosa che dice - chi è.

La vita non è solo materia

La vita è sogno la vita vera? Or vedo lontani i vaghi colori Facce luci ombre ciò che rimane A noi vòlti in avanti permane Un mondo sfocato e mal ricordato. Fantasmi appunto - non fatti veri. Una caduta - sedotti in vita Dal vero al nulla affascinati. Inganna il serpente i figli del bene Per esser nati - da lui invidiati.

Vivere di fantasmi

  Mi ricordo ieri, te piccolina, Era tuo il compleanno piovoso In questo paese di grigio tiranno. Mangiavi tu un beigelis con mamma E sorella vicine festeggiavi Nel centro di Vilnius. Guardavi fuori. Grigio novembre pareva ma era Solo maggio. Freddo vento e acqua Cadeva - e tu piccolina soffrivi Dentro il fantasma d'un padre lontano Per te un dio ma però solo umano. Lui sarà sempre rovina di vita Tua che in grumo nero porterai Come in salita peso lontano. Da umano a umano ti voglio Bene anche se detta mai parola Freme o gesto d'affetto mi dai. Piccolina, io di fantasmi vivo come tu ora e sempre vivrai.

Il problema è di fondo

  Il problema è di fondo. Ci crediamo immortali E giovani siamo tali. Ma se scesi nel profondo Con l'andare degli anni E diminuir d' ormoni E venir meno tenzoni Si rivelano gl' inganni. Il morire è la fine Sillogismo che crudele Chiude il nesso fedele In potenza già affine. Il problema è di fondo. Ci crediamo immortali E giovani siamo tali Perché ignoto il profondo.

L'ingiustizia si paga nelle cose

  Ciò da cui proviene le cose che sono - il cui fine è verso dove porta lenta la rovina Secondo necessità le cose pagan pena a sé  di converso Nell'ordine del tempo divina.

Nel corpo è l’uomo a sé sincero

  Dopo tanto, vicino a me siete  Come quando bambine eravate Solo nei versi v'ho tenute insieme Sofferenti pur lontani cercavo voi unite tener in mie mani. Ma ora era vero: eravate lí Con me sedute. A voi io parlavo. E voi me negli occhi cercavate. Oh i giochi d' una vita che par d'ombre Solo! A volte di luci che via passano E nemmeno vera. Trascesa sempre Da finzioni e false connessioni Di speranze è tutto un inganno? È infine solo di dolore vero Che nel corpo è l'uomo a sé sincero?

Senso comune

  Io, ogni giorno vivo il nulla. Un nulla fatto di cose che paiono Sembra che sono ma presto scompaiono. Son solo parole, vuote icone - ombre. Costretto a guardarle dentro penombre Quasi luci che arrivano e poi distraggono. Immagino allora che la vita sia quella Un senso immune che a mezzo la vita trattiene - ma di tutti comune.

Kas yra filotopija - What is Philotopy

  Filotopija – tai gyvenimas kontekste, kuriame viskas yra organizuota, ir susitaikymas su šiuo kontekstu jo nekeičiant. Naudojami konteksto elementai lieka nepakeisti. Fotografija – geriausias filotopijos pavyzdys: ji parodo kontekstą tokį, koks jis yra, ir jo nemodifikuoja. Filotopija susitaiko su gyvenimu Platono oloje, nesiekdama iš jos išeiti. Tik tie, kurie pažįsta Lietuvos kaimo gyvenimo būdą ir kultūrą, gali gerai suprasti, kas yra filotopija. Yra dalykų, kurie pamąstomi ir pasakomi tik stovint ar esant įšaknytam tik tam tikroje vietoje. Tačiau kyla klausimas savaime: ar filotopija yra įsišaknijusi toje vietoje, ar veikiau joje įkalinta? Philotopy is life within a context in which everything is organised, and an acceptance of this context without attempting to change it. The elements of the context remain unaltered. Photography is the best example of philotopy: it presents the context as it is and does not modify it. Philotopy reconciles itself with life in Plato’s cave, ...

Gli angoli

  Delle case sempre gl' angoli m'hanno Stregato. Degli spiriti il dolore Lì s' accumula di lor il peggiore Delle vite vissute lì l'affanno. Negl' angoli v' è sempre mezza luce Una luce che sa di abbandono D'un nulla che vive senza perdono Negl' angoli s'annida e piange truce E implora che oblio non vuole. Negl' angoli regna l'ombra dei morti Cose patite, e pensieri aborti. Negl'angoli sempre un demone duole. Vorrei una casa senz' angoli, tonda. Dove la luce bacia ogni lato E mai l'ombra oscura del passato Di chi ha vissuto vi tace immonda.

In forma d' amore chi cerco sei tu

  Se guardo il cielo nuvole e azzurro Fra gli alberi che al vento cambian L' azzurro e le nubi e le forme vedo Si piegan nei rami di foglie verdi. Il cielo anche si sposta in alto Perché vive se lo guardi - mai fermo. Come il mare mai riposa ora e poi. È pace o dolore che lo muove? Or si vuota or si piena - mai calmo. Ma di giù mi sento con te - lassù Non perso ma a casa arrivato quasi In forma d' amore chi cerco sei tu.

Pisa Marina

Certe volte nemmeno a me sembra D' esser mai esistito se ripenso A quel bambino - di Pisa Marina. Si andava lí al mare allora. Allora c'erano le spiagge grandi E in pineta c'era un trenino Che sbuffava di suo vapor lento Portava a Livorno attraverso Boschi e campi bruciati di sole. Ricordo la luce a Pisa Marina. Che luce potente - Abbacinante! Surreale veniva l'ora calda. E l' odor di sale di sabbia e mare dovunque era. Era piccola la vita E le persone vicine immortali Come Pisa Marina or nel nulla partite e sol vive in me - lontane E Pisa Marina e un bimbo biondo.

Chi è quello che dentro mi abita?

Quante volte mi chiedo Chi è quello - che dentro Mi abita - vive e parla E pensa e senza tempo È d' un' altra essenza. Ma io so che non son Quello che altri credono Il sé che pare me Ma solo accompagna Me logoro di tempo E la fine traghetta.

Ogni risveglio

  Io torno da quelle regioni Ove il tempo non è La ragione muore: Io vengo dal sogno. Vengo da dove - tutto Si riflette e cambia Dove nulla è nulla Dove i morti parlano Ed esistono vivi. Dove la notte regna Sempre - dove la materia È fine - in eterno cambia. Porto con me le voci Di chi qua non parla. Non conosco perché. Testimonio la vita di quel mondo i confini che s'abbrevia da qua.

La pioggia in Lituania

  La pioggia in Lituania non ha rumore Cade muta -non ha di sé nessun suono. Tace viene leggera fine e senza Fragore. Come la gente distante Indifferente vive dove scende E non cerca d' altro stare. Ė fredda Gelida e senza parola - bagna La terra che abita e radica identica Tutta la vita che sotto lei regna.

L'uomo è una scissura

  Perché come ossessione ritorna Torna quell'immagine sempre torna? Come colpa alla gola, pesa, strangola. Una goccia di tuo muco nel piatto Caduta - tu sofferente, morente. Non ho avuto di te pietà. Bestia. Bestia che sono! Come può un figlio Essere una bestia così crudele? Schifato da quella goccia caduta. Ti ho odiato e forse insultato. E pago ora. Il fantasma viene Ogni giorno il ricordo mi tortura. E non chiedo abento - è sua pena Esser bestia dentro l'uomo terrena. Non accidente ma del ciel scissura.

Una ragione per essere felice

  Inseguir qualcosa e non saper che? Perso nell'aria i colori cercare Di un nulla intestino - perché? Ti siedi e guardi dove trovare Una ragione al senso improvviso Se un po' narciso chiedi lì stare.

El espíritu de la piel

  La piel importa La piel te hace el ser Que la mirada lee y cree. El olor de la piel influye El color también te incluye. La piel no es un pretexto Los seres humanos husmean Son animales—el otro rastrean. No buscan su espíritu, su alma Buscan el sabor de su carne—calma. En la piel se lleva escrito el destino El largo andar del camino El ser presa o cazador, O siervo o predador.   La sangre consigna el fin, Roja corre abajo - y afín.

The Little Book of the Dead - IL Semplici

  How far can a man love himself? How far can a man accept himself? His body, his mind, his countenance? His soul? When I think of il Semplici , these are the questions I raise. He was short, obese, bald, and he wore enormous trousers because he suffered from elephantiasis. When he walked, he had to keep his legs wide apart, as if carrying a huge watermelon between them. He was round—his back and sides forming a circle. When he moved upright, he seemed to rock backwards and forwards. But he lived. He lived his entire life, trying to be and do what a normal person is and does. Was he a hero? An accident of life? A prisoner of himself? Whatever he was, he lived. He accepted to live his doomed life.

Il fantasma del nuovo

  Il nuovo è il possibile Che si india nel passato E appar inaccettabile. Una forza, una spinta Che chiamo mano - divina Già nel passato avvinta. Nel presente già futuro Che guidava e spingeva Te andar contro - insicuro.

"Kam tą vakarą - a chi quell' estate" di Salomėja Nėris

  Tai naktigoniai dainavo - - Kam tą vakarą šiandie miniu? Tai virpėjo lapas klevo Nuo svaigių nakties bučinių. Pagiry žėravo laužas - - Kam tą vakarą šiandie miniu? Šaką diemedžio nulaužus Tau sagsčiau prie juodų garbinių. Meilės viešnios išvažiavo - - Kam tą vasarą nūdien miniu? Ir pagelto lapas klevo Nuo aitrių šalnos bučinių. Cantan esseri la notte. Oggi a chi della sera il ricordo? Vibran l' alberi le foglie D' estasi i baci la notte. Nel bosco luce brillava. Oggi a chi della sera il ricordo? Rotto il ramo dell'albero Nei tuoi neri ricci infilavo. Ospiti d'amore vanno. Oggi a chi dell'estate il ricordo? Gialla se ne fa la foglia Per gli aspri baci di gelo.

The Hollow Man and the Hollow Culture

  Am I a pathological case, or do I surpass others because I am gifted with the special doom of disliking 99% of published books?  I’m inclined to choose the second alternative. I must divide my doom into the pre-pandemic phase and the post-pandemic phase. In the pre-pandemic phase, I had a gut feeling that my supposition was true; in the post-pandemic phase, I gained certainty. Why certainty? Because the post-pandemic phase made it irretrievably clear that a one-way, multifaceted propaganda exists, holds power, and guides minds toward a one-directional vision of the world—the annihilation of any originality and complete compliance with the triumph of Nihilism. 99% of what is published is the annihilation of originality - a submission to a dominant model of thinking that demands dominance. That model is Nihilism: absolute spectacle without content, surface without depth. Thus, the spectacle reflects what it produces: nothingness, emptiness, Śūnyatā.