Sieti raccomandato il mio Tesoro,
nel qual io vivo ancora, e più non cheggio
(Divina Commedia, Canto XV, 119-120)
leggeri e inavvertiti v' annunciate
e che a me venite per il dire.
Affiorate in sogno - qual altro modo
potete? - per dirmi di vostra mente
che parla al mio cuore l'assillo.
Per amore lo fate? O ché soffrite?
Importa al morto la sorte dei vivi?
Di cose qua lasciate vi curate?
Ancor patite che il figlio ha vita
che va per luoghi che voi non volete
E lontana casa lasciate piena
E il mondo che di là qua s' illumina
la notte visitate? Se d'amor
O di rabbia ancora vivete dite.

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