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Showing posts from November, 2025

Il piacere è croce

  Quand'io ero animale immortale Credevo sinceri i sogni del mondo Nel piacere di sua idea orizzontale. La chiesa (già inclinava al fondo) Dolor amava e negava il piacere. Immortal languivo io verecondo. Ma oggi che verticale so vedere La chiesa mutata non il dolore A tutti propone solo il godere. Il piacere ora (di vita il calore) Che tutto si principia nella carne Sia del senso dell'uomo il valore. Con una lanterna in giro gridarne "È l'uomo! È l'uomo!" di sé motore? Una croce invece - inchioda l'usarne.

Il nostro secolo

  Io sono uno che vive disgraziato Senz'arte e parte nel mondo di voci Diviso alienato ossessionato. Fanno a me male dentro le voci Sono le voci che stesse del mondo Urlano il verbo satanico atroci. Spingono il secolo giù al fondo. L'alto in basso e il sotto sopra Tutto si tiene e ole immondo.

Sobre el ser Yo y Otros

  ¿Quién era yo? Me pregunto ahora, al final de mi vida. En realidad, fui muchos yo, pero siempre el mismo yo. Esta es una respuesta que no alcanzo a dar. ¿Cómo puede haber una unidad en tantos momentos distintos, en los cuales yo fui siempre yo aunque era otros? ¿Es todo eso como lo inmaterial al componerse en lo material? ¿Es lo ininteligible al hacerse inteligible? ¿O es la voluntad de Dios, que quiere que cada vez suceda lo que debe suceder, para que tu corazón se incline hacia la dirección en la cual Dios te eligió (tu yo inmutable)? De hecho, San Agustín dice cum Deus vult fieri quod non nisi volentibus hominibus oportet fieri, inclinari eorum corda ut hoc velint (DE PRAEDESTINATIONE SANCTORUM LIBER UNUS 20.42) "Cuando Dios quiere que suceda aquello que no debe suceder sino con la voluntad de los hombres, sus corazones se inclinan para que lo quieran"

Nelle tue figlie rimarrai

  Non è meraviglioso amore mio che tu le hai create - tu la vita hai loro date - il tuo stesso sangue nel mondo te continuerà viva nei corpi nel cuore e menti Tu rimarrai - con loro andrai. Oh non morirai! Consegnata Ai loro respiri alle ore dei giorni al sonno di loro, ai risvegli inquieti ai passi lungo la strada, alla neve al sole al buio - tu sempre con loro.

Pellegrino su questa terra

  Io sono stato un pellegrino su questa terra mai ho avuto una casa mia - un luogo dove dir qui è mio e qui io son io

Le bestie dentro

Io sono fatto cosí vivo Tante bestie mi tengo dentro Suo urlo rende me cattivo. Sempre diviso dal mio centro Ora uno ora altro io sono Di bestie mi do epicentro. Mal vivo di altri il suono E i mostri in me s'allungano Mente di un pazzo lor dono. In questa fredda terra invano mediterranea follia Si fa strada di me insano. Che rimarrà di mia pazzia In queste vie gelide e grigie Qui finirà - o sempre sarà?

Falsi filosofi

Esistono verità morte  (chiunque dica questo è un portatore di falsità) Domando - perché docili dobbiamo Di chi vuole, il male sempre seguire? Di falsi filosofi ci fidiamo Che a nome d'intelligenza umana Parlano, e scrittori e poeti Che mai da cuore e da mente sana Ma d' altri onori viene il pensiero Mai originale - mai apron la porta Del cuore e della mente sincero Per dire se sol sapessero ardire. Ma in gloria di sé vivono morti. Mai aprono il senso che dia capire La parola vera che chiede entrare. La porta non apron serrati al buio Temono il cuore alla luce portare.

Saper quelle porte aperte

  Vorrei vivere eterno un giorno Di festa sospeso nel tempo sempre Amore, pace e luce attorno. Vivo invece ad ascoltar il ventre Le sue parole bianche e di morte Mi preparo e vivo ora nel mentre. Ma come bello saper quelle porte aperte davvero e non solo sogno d'anima che spezzi a me la sorte.

Justinas Marcinkevičius da "Dienoraštis" 1988 - 1992

Kur, gyvenime, bėgi - žvėrie, juoko upėmis, verksmo krantais: atrajoji, ryji, kramtai, aimanuoji, tyli, giries. Kaip, gyvenime, klausiu, kaip? Kam, gyvenime, klausiu, kam? Kas dainuoja stiebely menkam, kurį tu tarp dantų laikai? Dove, vivo, corri animale fra risa, e lidi di pianto: rumini, ingoi e mastichi, gemi, taci, e poi ti vanti. Come, vivi tu, chiedo, come? Per chi, vivi, chiedo, per chi? Chi canta nel debole stelo, che fra i denti saldo tieni?

L'amor di cui Dio a chi cerca è cuore

  Un vecchio ossuto mi ha toccato rispetto per quel corpo ho provato Ho sentito in lui l'amor che di sé È l'amor che in ognun vivo è. L'amor che giammai nasce e mai muore L'amor di cui Dio a chi cerca è cuore.

Amore Immortale

  Un profumo m' ha portato lontano A voi Claudia e Silvia a come invano Ho vissuto - ecco l'attimo emerge Dal nulla quasi un profondo ricordo Di noi tre felici in un negozio Di Empoli a sperimentar la vita Che pareva immortale e infinita. Morirò un giorno - ma voi verrete Con me nel cuore che porta un amore Eterno - che mai nasce che mai muore.

Breve il passaggio

  Quando sei vecchio ti guardi indietro E la vita vedi strana - un passaggio Breve a questa terra si fa tetro.

Il fantasma della malinconia

  C'è sempre un fantasma negli occhi Mi passa d'innanzi scivola ratto E impietoso baleno par mi tocchi Fugge poi lontano da me ritratto.

Un padre giusto

  Ci sono leggi che sembrano giuste, le presentano come giuste, e gli idioti, come me, le credono tali. Per quelle leggi che paiono giuste - e idiota le hai credute - si compiono atti che mai più ti daran vivere in pace. Piccolo Marco - ti ho chiamato. Ma eri bambina la notte quando Sei venuta e m'hai salutato. Sei simile a Matilde e Aurėja. Dopo anni m' hai il volto dato. A notte a me vieni come dea. Non mi odi e vedo mi ami Tu che il pensiero dolor crea In preghiera e sempre mi chiami. Folle idea seguire la voce Dei falsi giusti e loro dettami. Sol invocano un mondo atroce.

Nella carne del cuore vivete

  alle mie bambine Io vi ho bambine generate E voi vi siete poi distaccate Ma nella carne mi rimanete Nella carne del cuore vivete

Il piacere

  È davvero cosí profonda e strana Quello che eccita e dà piacere A ogni essere sua natura umana? Davvero Dio ci fa per contenere Per in terra finché vivi soffrire? Davvero Dio a noi nega il piacere? La mente mi dice che sí patire È il destino di ogni umano Il corpo invece urla di ardire. Il cuore tace e ascolta profano. In questa croce vivo e non so se seguitare o fermar la mano.

Due di novembre

  Quanti cieli grigi ancora e piogge Quanta neve e gelo e quanto freddo E vento sentirò ancor crescer d'ugge? In questa terra senza Dio soffrendo Foglie gialle e autunni or cancellano loro nome e van l'anima stringendo. Che faccio qua in questa terra lontano? Non è la mia terra non la mia lingua non la mia storia - tutto a me estrano ruota attorno senza che mai s'estingua. Ma lor scesa continua che mai scema In questo due di novembre s'impingua. Nel buio nero anima quieta trema. Mugolo perso dentro come cane. Dio e Maria a me guida sian suprema.

Il Silenzio E Il Verso (Il Mago Coreano)

  Un giorno Giorgio era in un bar della stazione di Firenze - stava aspettando il treno per andare a trovare la madre a Pisa, che non vedeva ormai da un mese. Mentre beveva un caffè gli si avvicinò un cinese dall'aria insignificante. Ma aveva occhi larghi e profondi, come di uno che guarda e cerca con amore un punto al di là di questo mondo - la sua faccia era levigata quasi senza rughe e, tuttavia, i suoi capelli, corti, erano già brizzolati. Probabilmente andava per la cinquantina, ma aveva lo sguardo giovane, eterno, senza tempo - eterno come quello di un bambino. Si avvicinò a Giorgio che stava bevendo il caffè appoggiato al banco del bar. Il cinese, che poi si scoprì non essere cinese ma coreano, gli si fece sotto senza parlare. Giorgio lo guardò per un attimo, smettendo di bere il caffè; sorpreso che volesse quel cinese ("di merda " pensò - Giorgio fu per tutta la sua vita ostico verso chi era portatore di culture completamente diverse). Il "cinese" in un ...

Lontan del tempo un amor s'intarsia

  Mi sembra di viver di una corsa Folle - eppure ho una bolla dove Lontan del tempo un amor s'intarsia.