Skip to main content

Posts

Showing posts from June, 2025

"Sugrįžtu - Torno da te" di Salomėja Nėris (libera traduzione)

Torno da te mio bianco sogno Da te ritorno... Sono stata là dov'è gioia, dove i calici spumano pieni di luce e fiori. Ho visto - ridevi giovinezza al tuo banchetto nuda e animale. Ti ho visto giovinezza come nel riso sei poi sparita Come il nero nella notte. Ho pianto a vederti morire giovinezza E nei fiori appassire. Ho pianto - ché mi hai incantato con i tuoi veleni dolci e mortali. No, non qui sarai felice, fra corone e vino, Non qua la strada che vai! Orrido abisso sei eppure brillavi bella come le stelle Della notte sei la strada! Ti ho visto dai colli salutarmi tu come donna la forma! Torno da te mio bianco sogno Da te ritorno... -------------------- Sugrįžtu į tave, mano mūza baltoji! Sugrįžtu... Aš buvau ten, kur džiaugsmas, kur taurės putoja, Kur pilna šviesos ir žiedų. Aš mačiau kaip jaunystė svaigiam pokily juokės Aistri ir nuoga. Aš mačiau – tai jaunystė šypsodamos vyto Po nakties uždanga. Ir verkiau aš pamačius, kaip žūva jaunystė, Kaip vysta žiedai. Aš verkiau – ir ma...

When I looked at you

  When I looked at you, I looked as you ought look at me. I watched you, and what I saw could be you. Was what I felt what you felt? Was my body ever given to you? Was your body ever given to me? With all the leaves gone almost from the trees, I did not walk briskly away from the thought of you. It was cold and icy outside, and soon it would be the snow. I looked at the sky, at the high open place Along the avenue where you were the last time I saw you I tried to feel what you felt - before you left. Leaving for there where all must go.

L'incompiuto di quei giorni

  Io non so - eppure me lo chiede fuori il vento la sua voce  nel sole che freddo brilla Fra nuvole grige e plumbeo in questa terra lontana che tutto qui raccoglie l'incompiuto di quei giorni lontani come ossessione il tradire il non essere lí con voi invisibile. Fra foglie mosse agitate e scomposte di raffiche impietose i fantasmi a cielo aperto nell'aria stanno - Perché ci chiami e nel vento trattieni?

Nulla è morto come pensi

  Scendi scendi scendi Lí il tempo è fermo Solo fantasmi stanno. Scendi scendi scendi Lí tutto come allora Solo lacrime vanno. Sendi scendi scendi In quel grumo di dolore Tutto è vivo per amore Nulla è morto come pensi. Scendi scendi scendi Noi tre sospesi in eterno Nell'amore che unisce Alla fine di un mondo Che un urlo ingigantisce.

Vivo senza "Dove"

  In questa pioggia che dura e mai muore In questo lungo autunno infinito di grigio e senza tempo colore Nel vento che tronca gli alberi piega Padrone - vivo l'eterno ritorno che sempre uguale a sé si spiega E sempre ugual presente vi scorre in un gelo eterno e immortale Nell'unico pensiero che occorre immerso vivo in questa realtà non il luogo mio in origine dato non i confini che un dove  ti dà.

Il Silenzio E Il Verso (Il carattere demone all'uomo)

  Davanti a Dio l’uomo forse sa di aver sbagliato o meno, ma quando Dio non fa più parte del suo mondo, perché Dio è stato estromesso dal mondo, in che modo può sapere se ha sbagliato o ha fatto bene? Giorgio cadde sempre più giù, perso, senza Dio, ma guidato da un’idea di univocità che lo avrebbe poi portato verso il punto a cui tutto tendeva. Proiettava, proiettava sempre qualcosa su qualcos’altro senza mai intuire che proiettasse. Proiettava qualcosa che gli veniva da lontano ma di cui non riusciva nemmeno ad avere minimamente coscienza. Erano per lo più sogni, manie di grandezza, di gesta nobili, o ignobili anche, per cui la sua realtà veniva sempre a cadere sotto quelle proiezioni. Proiettava sulle cose quegli aspetti che gli erano subito e di per sé evidenti e quei sentimenti interiori che gli venivano dal sangue e dall'intestino gli erano i più immediati e di per sé evidenti. Silvia cresceva - ormai aveva cinque anni. Giorgio e Silvia erano praticamente inseparabili. A quell...

E io con te andavo per scura volta

  Ti ho sognato Claudina In battello da Livorno A Sanremo di notte Sul mare eri felice Ridevi alla vita La tua vita tua Finamente ridevi. Dei sogni il senso È la parte difficile E solo nell'interrogare Si scioglie e illumina. La poesia è metafisica. E nel domandare Emerge lo spazio Il carpe diem Che dà il senso. E tu eri nel battello Che porta lontano Verso altra vita Sul mare nascevi Di nuovo al sorriso E io con te andavo Per scura volta  Di stelle ad altra città Come da una terrena A un'altra divina

About the Extinction of the Vedic Injunctive (Part I)

  According to Kiparsky (1), the injunctive has no marked temporal or modal aspect. It is timeless, moodless. The only marked aspect is its use to indicate prohibitions, accompanied by the prohibitive particle मा, mā . For example, in Ṛgveda 1.24.10: मा नो हिरण्यरथो वि दा भूत् ( mā no hiraṇyaratho vi dā bhūt ), translated as "Let not ( mā ) the golden-chariot ( hiraṇyaratho ) be ( bhūt , injunctive) to cause harm ( vi dā, injunctive) to us ( no )." Or in Ṛgveda 10.1.5: मा त्वा तपतु सूर्यस्य रश्मिḥ ( mā tvā tapatu sūryasya raśmiḥ ), translated as "Let not ( mā ) the ray ( raśmiḥ ) of the sun ( sūryasya) burn ( tapatu , injunctive) you ( tvā )." Thus, the injunctive is the verb of nowhere, embodying the sense of prohibere ("to hold back, restrain, hinder, prevent")—not letting something be or happen. In its unmarked form (when occurring conjoined with verbs of tense/mood categories such as imperative, optative, or imperfect), it functions as a no-context...

Andavo addormentato

  Come la  mia vita andava? Sempre è stato un inizio  Dove il presente mi invitava Che dal passato salissi A ciò che è lì da sempre E verso cui mi aprissi. A quello spazio con cuore Domandavo e non trovavo. Vivevo d' unico amore. Esser bello è un danno Vivi in unico mondo Narciso vai nell'inganno. Un nulla che solo sogna Idiota nei sogni perso Vivi nel fra ma ripugna In quello spazio cercare Dove scendere in basso Sai - se te vuoi, te, destare.

The Litthe Book of the Dead - Caterina

  You departed along your path, Caterina, which was your own, distinct from any other path you shared with me for a while. You left me in Pisa and went to the place that possesses eyes and listens to everything, where no harm is done. You departed unnoticed, effacing the last fragile thread that still bound our distances together. You have gone to a longer, more extended lifetime. I remember your dreamy eyes. And now, when I see them emerge from Nothing, I know I will imagine the young girl you were in far-off Florence in 1950. I imagine your dreams, I imagine your body pulsating with young blood, seeking a space in this world. Did you fulfil all your dreams, Caterina? Have you become what you desired on this earth, Caterina? I remember a sunny day in Pisa, a light breeze hitting our faces, you taking my arm as we left the hotel, walking down the lungarno. It felt like a new beginning. It always feels like a new beginning. We are constantly abided by a beginning.

Eres tú

  De arriba o de abajo De antes y después De dentro u afuera Tú creces en esto Brotas, subes y bajas ¿Eres solo un recuerdo - tú? ¿O eres más? ¿Vera Vives? ¿Hecha de sangre Vives en mí? Mi dolor Hoy y mañana y siempre Tú - crucificado amor. (a C.U.)

Il respiro del cielo

  Pregare è importante Apre nel cielo un respiro E vien da quell'affanno Farsi dentro di spazi Che prima non erano E muta lo sguardo Alle cose miri diverso Non più come prima E sei e non sei - nel fra Stai - in alto e in basso Respira in te ampio Neutro si dà - a te avanti S'allarga l' orizzonte  Dell'uomo che curvo  Al mondo è dannato E sente ora quel respiro Chiaro crescer beato.

My world before and after the so-called Pandemic

  Prior to the so-called pandemic, the world was different. I was different.  One of my greatest moments of pleasure was visiting unknown cities, lost in the unknown, following an unknown flux of life surrounded by unknown streets and people.  I felt invisible. No one knew me, and I knew no one. That gave me a strong sense of pleasure. The pleasure of doing things you usually avoid in places where everyday life, routine, and the fear of showing yourself in a way people are not accustomed to expecting from you. I am not sure what I was looking for in doing this. I remember I felt pushed to search for the essence of that world, as I could physically taste that essence. I was looking for an aura of mystery which could rescue me from my nothingness (I called it nothingness, but now I should call it stupidity—because now I realize what an idiot I was). I hoped for goodness from the world, I hoped for a magic of life, I hoped for an encounter which would be my Saviour, the Savi...

The Little Book of the Dead - Santiago

  I loved you, Santiago.  I loved you as the best friend I had in those days in Vilnius.  A love, man to man. A love for humanity, I rarely have.  I still remember you arriving with your wobbling gait and your steady white cigarette in your hand. I remember your curly white hair, I remember you insisting on buying me a coffee.  I remember you on many days: when it was hot or cold, when there was snow or rain.  I remember that bewitched night when the snow fell and whirled in a tempest, hitting and beating the streets around, and you fell into an unrighteous love that would make you suffer in the days to come.  I remember how you changed. How your eyes changed, your face. Your spirit. You had lost the tenderness of your gaze, the sincere way you watched me. Unrighteous love can kill unprepared people, and it killed you, indeed.  I still remember you a few days before you died. Your face ghastly white, introverted, you spoke to me, carrying a trembl...

I visi vostri di bambine

  Perché mai passate? Perché non andate? Perché incubo vi fate? In questo lungo vivere In me sempre rimanete Le ore le giornate da voi Vivon mai in me separate In me da sempre voi abitate. Con il nome vostro in bocca Me ne andrò l'ultimo giorno E i visi vostri di bambine Mi stringeranno come spine.

Domanda metafisica per eccellenza

  Quel senso che di sacro Di compassione santa  Avvolge il pensiero  D'esser tutto in suo sé Non è dell' Esser tema Ma un Io che tutto taglia E in sé si domanda Che rimanda e postula L' esser giusto del corpo  Che in sé solo sa  Che lui è e persevera Che dice pensa e fa Non cogito e extenso Sta ma nel fra che tutto Taglia e trasversal subito Sé prende - oggetto primo.

Fabrizio

  Fabrizio Fabrizio Fabrizio Che nel nome di vita inizio Si portò sé da sempre seco? Se non che a lui fosse eco Ciò che al finir darà che può? Ma in lungo cammin che passò?

As a memory lives

  A light not dawn, not lamp, not star, a crack In golden silent air as God forgets A door to shut it comes here again and whispers me  "Before stood you have  this slant of sun when world was kind to you". Then gone the clock resumes tired a tick But ghosts of light still linger 'round the air "Let me" say "stay - be this  the space where time forever  dies -where I again live through

Mie spine nel cuore

  Una pianta di basilico Un terrazzo nel sole I vostri due nomi Figlie amate e mie Spine mie nel cuore Tanti anni lontani Una luce riporta In un risorto attimo  Vedo - e brilla in fuga Quello che eravamo Un solo grande amore Che mai più ho avuto Un amore così bello Così unico e vero Che piango al ricordo E vago il pensiero Nella luce muore Ma il senso rimane.

Déjà vu

  Come fosse di Dio dono Vorrei pregare quell'attimo Fermarmi in suo abbandono. La rapida luce schiva Ricordo d' un'altra vita Corre or accanto viva. Che vive sol quando brilla Di nomi, luoghi e colori viene - subito sfavilla. Ti parla chi mai è morto Che era vive lo spirito E al giorno sale risorto.

Il Silenzio E Il Verso (I fantasmi)

La linguistica non lo soddisfaceva più. Si sentiva come un atleta, tecnicamente preparato, con tanti muscoli, ma senza cervello proprio. Gli mancavano idee sulla vita. Non aveva una visione sulla vita. Aveva bisogno di un pensiero suo. Un pensiero che gli permettesse di avere una propria opinione del mondo, che non aveva. Si rendeva conto che i linguisti erano tutti bravi, ma pedissequi, senza autonomia di pensiero. Positivisti, necessitavano sempre di un  positum  per elaborare le loro argomentazioni. Dopo la morte del professor Mazzarroni l‘Istituto di Glottologia di Pisa era divenuto l‘ombra di se stesso. Non vi era più l‘entusiasmo di prima. La voglia di osare e mettersi in gioco. Anche suo padre era deluso dell‘aria che si respirava all‘Istituto e meditava di andare prematuramente in pensione e magari ritornare a Livorno. Cominciò a pensare che doveva cambiare indirizzo di laurea. Che doveva studiare filosofia. Filosofia indiana l‘ aveva seguita con l‘assistente di suo pa...

L' addio

  È difficile dire con parole di figlio ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio (Pier Paolo Pasolini) Mi torni in mente nel buio del cielo Nel grigio e nella pioggia che cade Mi torni in mente qui come mai Come eri tu quando ti lasciai Disperato serrar di mani nude Così nei ricordi miei or ti svelo Come vorrei che cambiasse la vita Come vorrei il cielo fosse quaggiù Per addolcir i tuoi occhi sbarrati Non scordo quei respiri tuoi alterati Non scordo la tua dura rabbia più Quel mattino di dicembre avvilita Mi guardavi ma già oltre correvi Ti stringevi e a te ti aggrappavi All'improvviso il tuo addio saldo Quanto soffrir capivo dallo sguardo Forte te cercavi ma già andavi Non un sorriso - ma che potevi? E ho visto come in te ancor speri Pur dipinta in viso la fine avevi Del dolore ormai privi i blocchi Ma non ti scordo non scordo gli occhi Duri di pietra lontani spingevi All'ultimo sguardo: di gelo eri.

Il sogno è una via di mezzo

  Ho sognato che mi ero smarrito Nelle campagne fuori di Firenze Fra colline e sentieri infastidito M'ero perso nelle loro apparenze Or vicina la notte si faceva E del buio temevo conseguenze Autobus, macchina non si vedeva Sentivo l'angoscia calda salire E quel mondo perso si ritraeva Via cercavo dal sogno di fuggire Da quel sogno nel qual dolore intenso Già trovavo - perché in lui soffrire? Mi chiedevo - e spesso vi torno e penso Che è in quell'accadere e guardare Di uno che sta sulla soglia il senso Fra valli perso e strade senza andare È il verso-cui del mio esister ora Di chiedere domandare e cercare Vivere per ciò che pare aurora Ma ormai ha forma di tramonto Di un sogno che la notte avvalora.