Wednesday 1 September 2021

I giorni dell'attesa



Chiuso fra cose mortali
Perché bramo Dio?
(Ungaretti)

Erano giorni strani. Quello che inizialmente aveva ottenuto sembrava essersi fermato. Non moriva più nessuno. Nulla faceva presupporre che si avverasse quello che chiedeva nelle sue richieste. Anzi, apparentemente, sembrava che tutto precipitasse.
Le misure restrittive aumentavano. La dittatura diveniva sempre più asfissiante. Le élite che guidavano il mondo sembravano sembra più forti e incontrastate.
Si era voluta un' Europa senza passaporti e ora ci voleva un passaporto per entrare in un bar, per prendere un treno e per lavorare.
C’era chi diceva che lo scontro finale fra il Bene e il Male si stava avvicinando e la soluzione era vicina.
Non aveva motivo per dubitarne.

Negli ultimi tempi aveva maturato alcune considerazioni (considerare era l’unica cosa che riusciva a fare, vista la condizione marginale in cui si trovava).
Aveva notato come la litigiosità fra chi guidava il mondo era sempre più forte. Sempre più contrasti e lotte interne al potere.
Il potere sebbene sembrasse sempre più forte denotava segni di paura di non farcela ad attuare il piano che perseguiva.
Nelle strade e nelle piazze aumentava il numero dei dimostranti che divenivano ogni giorno più inquieti e aggressivi. Si rendevano conto che le manifestazioni pacifiche e civili non portavano a nulla. Dall’altra parte si trovavano di fronte a delle polizie ogni giorno più feroci violente e naziste.
Si poteva prevedere una guerra civile.

Lui si sentiva isolato e la sua voglia di fare qualcosa non sapeva come incanalarla. Pensava, pensava e pensava.
Sapeva che avrebbe voluto fare ma da solo che poteva fare?
E così aspettava. Aspettava che quella mano che lo aveva sempre guidato gli indicasse la direzione giusta.
Nel frattempo si preparava fisicamente. Doveva essere pronto.
Aveva ripreso a correre. Faceva flessioni. Bicipiti. Trazioni alla sbarra. E aveva ripreso ad allenarsi da solo nel Muay Thai. Andare in palestra gli era precluso. Non aveva un sacco per boxare, e allora indossava i guanti e dava i pugni alla parete.
Per vincere la stanchezza aveva iniziato una alimentazione molto proteica, cercando di privilegiare quei cibi che aiutavano ad innalzare il testosterone.

Non riusciva più a leggere. Dostoevsky che per lungo tempo lo aveva affascinato ora gli era divenuto difficile e riusciva a leggere una pagina al giorno al massimo.
Grande scrittore - si diceva - ma ti distrugge nella sua eccessività. Lo annoiava in verità. Quasi tutti i libri lo annoiavano.
Preferiva i temi religiosi. Leggeva i Vangeli, la Bibbia e si interessava alle profezie.

Era in una attesa profonda, dominata dalla stanchezza, dal disagio, dal senso della inutilità. Aveva perso il senso della sua identità, era divenuto estraneo a se stesso. In certi momenti si fermava, si passava una mano sulla fronte, e sentiva le lagrime agli occhi. Chi sono diventato? si chiedeva.
Una volta molti anni fa si sentiva se stesso in un corpo di un altro, ora si sentiva un altro in un corpo che era il suo.

Avrebbe voluto azione. Avrebbe voluto avere venti anni e essere ribelle.
Ne aveva molti di più. Avrebbe fatto quello che poteva. Avrebbe fatto quello che poteva. Si ripeteva.
Era oltre le sue possibilità. Era solo. Solo in quella terra straniera. 
Poteva solo aspettare, ed era sofferenza.

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