Wednesday 2 August 2017

"Rugìle" di Fabrizio Ulivieri - recensione su Liberrima





Per ogni decisione, per ogni bivio o direzione su cui scegliere d’incamminarsi c’è, immancabilmente, l’istinto a governare la nostra rotta.
Con il suo romanzo “Rugile”, Fabrizio Ulivieri riesce a dare sostanza a quanto, a una prima impressione, possa sembrare inconsistente e inspiegabile, perché difficilmente si riesce a trovare un senso razionale a quanto l’istinto possa imporci di compiere.
L’istinto non subisce i vincoli dell’appartenenza: va oltre l’essere umano e, mettendo in relazione il mondo visibile con l’invisibile, riesce a completarlo e complicarlo.
Per decifrare l’istinto bisogna abbandonare la zavorra della razionalità e guardare oltre il tangibile: il mondo in cui viviamo fa parte di più universi e trova origine dall’infinitamente piccolo.
Fabrizio Ulivieri ricorre alla fisica quantistica per connettere l’invisibile – dove le leggi della fisica classica non valgono più – con il mondo visibile dei sistemi complessi.
Perché è lì che affonda le sue radici l’istinto: protoni, quark, fotoni, gluoni…in fondo chi cede all’istinto cede principalmente a queste particelle elementari al loro agglomerarsi e organizzarsi in un modo invece che in un altro...(vai a Liberrima)

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