Rugìle è un libro di rottura, dopo Rugìle non scriverò più di sesso. Mi ha dato troppa sofferenza. Sofferenza che non avrei mai creduto. Ho capito che il sesso disturba in questo paese. Il sesso è rottura di ogni ipocrisia e in questo paese vi è troppa ipocrisia.
Parlare apertamente di sesso è come dire a chiare lettere che i negri puzzano e disturbano anche visivamente. Lo puoi pensare ma non lo puoi dire. Il sesso è scandalo, è gettare in faccia la verità quando la verità è meglio non dirla.
"Scandalo" significa, etimologicamente, "scendere, cadere in una trappola". E in quale trappola sono caduto? In quella di aver pensato che in un paese dove parole come "cazzo", "non mi rompere i coglioni", "vaffanculo"...che sono sulla bocca di tutti fossero segno di libertà. E invece no. Sono parole di conformismo assiomatico.
Puoi andare in TV e dire "cazzo"ma non che le donne italiane non le vuole più nessuno perché hanno perso la femminilità, e a causa di troppo femminismo e libertà pensano come uomini si atteggiano a uomini senza essere uomini.. . Puoi andare in TV e dire "vaffanculo" ma non che i gay hanno stancato tutti con il loro mantra "gay è bello", che hanno inquinato la società troppo con le loro potenti lobbies e modelli culturali da esse sostenuti fino a rendere i giovani italiani sminchiati e senza palle... Puoi andare in TV e dire le brutte parole che vuoi ma non che i negri fanno parte di un altro mondo che non è il nostro è che mai si integreranno, perché la diversità è troppo forte e che un'invasione (una sostituzione etnica) non può essere colmata in poco tempo, non puoi dire che dietro vi è solo un grosso business delle cooperative e che dell'integrazione non importa a nessuno: l'integrazione è solo un paravento.
In Italia devi dire solo quello che è conforme come in Germania se sei tedesco devi accettare il fatto di essere colpevole di essere tedesco a causa dell'Olocausto.
Nelle società ci si muove per assiomi ipocrìtici. è così e non può essere diversamente.
Ma non è così. Se uno è gay è per devianza di un programma al pari di uno che è pedofilo. Se una donna si eccita privatamente all'idea di essere violentata è per un programma archetipico di sottomissione. Se una donna è troia o un uomo è porco è perché vi è radicato un istinto ineliminabile...e in questo non vi è nulla di bello ma solo di tragico. Inutile essere ipocriti.
Il sesso è tragicità perché se ne sopprimi l'istinto soffri se lo porti a compimento soffri ugualmente perché cozzi contro gli assiomi.
E parlare di sesso ti porta a cozzare contro assiomi ineradicabili.
Tutti sanno che gli americani con le loro guerre hanno ucciso più persone che i nazisti ma ancora si colpevolizza i tedeschi per l'Olocausto e gli americani vestono invece i panni dei "buoni", del progresso e del volto umano della democrazia...non si permette invece di ammettere che il capitalismo globale ha portato a questa società globalizzata che privilegia pochi e rende schiavi il resto.
Parlare in modo esplicito di sesso ti fa cozzare contro qualcosa che è demonizzato, come il nazismo e la globalizzazione, e ti attira in una trappola, quella dello scandalo di buttare in faccia la verità a chi non la vuole sentire: nel sesso si è sempre determinati e mai determinanti. Nel sesso il piacere personale è il rovescio della medaglia. Nel sesso non si sfugge a ciò che sei. Sei davanti a te stesso: nudo e inerme. Sei davanti alla forza prepotente che ti domina e a cui sei sottomesso. Davanti al sesso non c'è anima, non c'è io, non c'è logica...c'è solo sottomissione al piacere, animale.
Davanti al sesso non vi è posto per l'ipocrisia, che è il fondamento di ogni Stato. Nessun stato o società è esente da ipocrisia.
Il sesso in sé lo è.
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