
Allora il Mondo era davvero diverso e certe profezie come i tre giorni di buio e fuoco che avrebbe divorato il cielo, alle genti parevano solo storie.
Il modernismo, religioso soprattutto, era riuscito a far credere le profezie come cose da Medioevo o belle storie senza fondamento.
Ma molti anni dopo queste profezie avrebbero preso forma reale - in coloro che avrebbero avuto la disposizione d‘animo per vedere i mutamenti che sarebbero avvenuti ad una velocità esponenziale - come manifestazioni del soprannaturale che si interseca nella storia del mondo e che il Modernismo da sempre si è ostinato a negare.
E certo Giorgio non avrebbe scritto
Se anche verranno tre giorni di fuoco
l'amore terrà nel dolore uniti
e oltre la morte vivi in suo gioco
salir i cieli per fiamme infiniti
se molti anni dopo, negli anni in cui ormai il mondo si sarebbe trovato sul baratro della Terza Guerra Mondiale, non avesse avvertito che le profezie erano reali e rivelatrici di quello a cui il mondo era incamminato.
Ma allora, quando Giorgio era ancora giovane, il mondo davvero era diverso. Ancora si respirava un‘idea di positività del mondo, e si aveva una percezione favorevole del progressismo - forse un progressismo da rivoluzione colorata ma che faceva tuttavia sperare in un futuro. Allora non era facile capire che rivoluzioni come il Sessantotto erano pilotate e colorate. Agiva ancora nell‘oscurità che dettava le regole del mondo. Dio lasciava fare, aspettava che i tempi maturassero. Allora erano i demoni che avevan avuto il permesso di operare. Dio gliel‘aveva concesso.
Ma Giorgio era giovane, era ingenuo e pure un po’ idiota, perché l‘ingenuità genera sempre idioti.
Amava le donne e amava il sesso e quella era la sua religione di allora.
Il sesso fu uno degli accelleratori su cui lavorò il Modernismo in quegli anni . Fu uno degli accelleratori che contribuí a sviluppare l’idea di liberarsi dalle pastoie di una società chiusa e bacchettona.
E tanti, salvo poche eccezioni, lo pensavano.
Forse Pierpaolo Pasolini, uno spirito laico di profondo sentire umano che nella sua forma di pensiero rasentò la santità, fu uno dei pochi che aveva avvertí l’ inganno.
E fu allora, sotto quella proiezione (accellerazione) della liberazione sessuale, che conobbe Bulullu.
Come conobbe Bulullo lo dimenticò presto.
Giorgio non viveva bene la sua omosessualità intermittente. Lo assaliva all’ improvviso e all’ improvviso lo lasciava. E quando lo lasciava, Giorgio eliminava i ricordi sgradevoli di quella sua tendenza.
Bulullo era un negro con un grosso arnese fra le gambe.
Una volta che erano in macchina, di notte, e stavano parlando, Bulullo tirò fuori all’ improvviso quel coso nero lucido, venoso, duro come la pietra e gli prese una mano e se la mise sopra l’arnese.
Giorgio arrossí e prese fuoco per la vergogna ma non seppe resistere. Cominciò a masturbarlo e poi si avvicino e vi pose sopra la bocca...
Giorgio non visse mai più bene quella cosa. Provava disagio, onta e rabbia, ma non riusciva a sottrarsi alla potenza malefica di Bulullo a cui in quel tempo si era legato. E da Bulullo venne posseduto e non solo fisicamente. Spiritualmente soprattutto lo deviava.
Fra le tante cose, Bulullu lo introdusse in un appartamento di via di Faenza, abitato da travestiti.
Lì fu per la prima volta sodomizzato da una certa Ottavia, uno dei travestiti che vi abitavano.
Bulullo lo accompagnò, gli fece conoscere Ottavia e Francesca, una ragazza tossica uscita da poco dalle Murate, il carcere fiorentino di allora.
Dopo un po’ Bulullo se ne andò perché qualcuno della sua razza lo chiamò al telefono. Bulullu era uno spirito maligno senza terra, senza anima, di solo corpo.
Uno spirito demoniaco, uno dei tanti di cui il demonio si serve per operare nel nostro saeculum in ogni tempo.
Giorgio si ritrovò presto a letto con Francesca, e mentre scopava Francesca, Ottavia salí su di lui, lo ingroppò da dietro, e lo penetrò.
Il pene di Ottavia era di dimensione piccole e subito gli entrò.
Non durò molto Ottavia. Venne quasi subito.
Giorgio sentí un calore piacevole entrare dentro di lui, che mai dimenticò.
Si sentí donna - ad avvertire quel liquido che gli entrava nei visceri. Immaginò che una donna provasse quello che lui provava in quel momento.
Continuò a scopare forte Francesca e come un animale eccitato venne dentro di lei.
Il sesso non è mai bello – il sesso è rabbia, follia talora, è irrazionale, è animale.
Esiste un sesso bello, gioiso, celestiale? Si chiese spesso Giorgio nell’ arco della sua vita.
No, non lo credeva. Forse solo nella mente dei preti. Si rispondeva.
Una volta che erano in macchina, di notte, e stavano parlando, Bulullo tirò fuori all’ improvviso quel coso nero lucido, venoso, duro come la pietra e gli prese una mano e se la mise sopra l’arnese.
Giorgio arrossí e prese fuoco per la vergogna ma non seppe resistere. Cominciò a masturbarlo e poi si avvicino e vi pose sopra la bocca...
Giorgio non visse mai più bene quella cosa. Provava disagio, onta e rabbia, ma non riusciva a sottrarsi alla potenza malefica di Bulullo a cui in quel tempo si era legato. E da Bulullo venne posseduto e non solo fisicamente. Spiritualmente soprattutto lo deviava.
Fra le tante cose, Bulullu lo introdusse in un appartamento di via di Faenza, abitato da travestiti.
Lì fu per la prima volta sodomizzato da una certa Ottavia, uno dei travestiti che vi abitavano.
Bulullo lo accompagnò, gli fece conoscere Ottavia e Francesca, una ragazza tossica uscita da poco dalle Murate, il carcere fiorentino di allora.
Dopo un po’ Bulullo se ne andò perché qualcuno della sua razza lo chiamò al telefono. Bulullu era uno spirito maligno senza terra, senza anima, di solo corpo.
Uno spirito demoniaco, uno dei tanti di cui il demonio si serve per operare nel nostro saeculum in ogni tempo.
Giorgio si ritrovò presto a letto con Francesca, e mentre scopava Francesca, Ottavia salí su di lui, lo ingroppò da dietro, e lo penetrò.
Il pene di Ottavia era di dimensione piccole e subito gli entrò.
Non durò molto Ottavia. Venne quasi subito.
Giorgio sentí un calore piacevole entrare dentro di lui, che mai dimenticò.
Si sentí donna - ad avvertire quel liquido che gli entrava nei visceri. Immaginò che una donna provasse quello che lui provava in quel momento.
Continuò a scopare forte Francesca e come un animale eccitato venne dentro di lei.
Il sesso non è mai bello – il sesso è rabbia, follia talora, è irrazionale, è animale.
Esiste un sesso bello, gioiso, celestiale? Si chiese spesso Giorgio nell’ arco della sua vita.
No, non lo credeva. Forse solo nella mente dei preti. Si rispondeva.
Nemmeno il Poeta poté far a meno di sottolineare il carattere peccaminoso e di perdizione del desiderio sessuale
Per piú fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso
Il sesso Giorgio non lo visse mai bene. In lui il desiderio e le fantasie sessuali lasciarono sempre il dubbio se davvero fossero perversione, peccato o normale istinto, come tutti gli altri istinti corporali, a cui gli uomini sono sottoposti nell’ arco della loro vita.
Mai digerí l’idea cristiana del sesso come peccato. Se vissuto rispettando la volontà dell’ altro e senza violenza a lui rimaneva il dubbio se davvero fosse peccato, se davvero un uomo o una donna dovesse negarsi e annichilire quell’ istinto a causa di una Chiesa Cattolica che bollava la maggioranza degli atti sessuali come peccaminosi.
Ma davvero hanno un’ idea i preti di come davvero sia il sesso?
Fu una domanda che per tutta la vita gli rimase irrisolta e lo faceva soffrire ogni volta che aveva fantasie e soprattutto quando cedeva al desiderio omosessuale, che viveva con vergogna e rabbia. Disonore.
Una voce gli diceva che forse il sesso avvicina agli dèi ma allontana da Dio.
Eppure non ne era sicuro e non ne fu mai sicuro.
Per piú fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso
Il sesso Giorgio non lo visse mai bene. In lui il desiderio e le fantasie sessuali lasciarono sempre il dubbio se davvero fossero perversione, peccato o normale istinto, come tutti gli altri istinti corporali, a cui gli uomini sono sottoposti nell’ arco della loro vita.
Mai digerí l’idea cristiana del sesso come peccato. Se vissuto rispettando la volontà dell’ altro e senza violenza a lui rimaneva il dubbio se davvero fosse peccato, se davvero un uomo o una donna dovesse negarsi e annichilire quell’ istinto a causa di una Chiesa Cattolica che bollava la maggioranza degli atti sessuali come peccaminosi.
Ma davvero hanno un’ idea i preti di come davvero sia il sesso?
Fu una domanda che per tutta la vita gli rimase irrisolta e lo faceva soffrire ogni volta che aveva fantasie e soprattutto quando cedeva al desiderio omosessuale, che viveva con vergogna e rabbia. Disonore.
Una voce gli diceva che forse il sesso avvicina agli dèi ma allontana da Dio.
Eppure non ne era sicuro e non ne fu mai sicuro.
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