Monday 23 January 2023

Il grottesco: quando ciò che è sinistro, inquietante e infausto, diviene invece, familiare e rassicurante.






Dal mio libro in fase di scrittura "Gli Ultimi Incredibili Anni Prima di Morire"

"Una società che permette a me e Lou Reed di imperversare
è una societa' che va alla deriva e prima o poi sprofonderà "
(David Bowie)

In quel mondo a cui sentiva di non apparterne ma di cui tuttavia ammetteva interiormente un insopprimibile bisogno di un nuovo contatto si era instaurata la tirannia del grottesco.
Tutto ciò che si percepisce all’interno di una grotta, per effetto della luce e dell’ombra, è distorto, alterato, deformato, falsato, snaturato, travisato, assume forme irreali, ovvero diverse da quelle che sono realmente fuori della grotta.
E quella era la realtà che si stava vivendo. Nel mondo intero.
Era una realtà che presentava aspetti talmente deformanti e incredibili da dover credere che avrebbe potuto sforare nel comico se non fosse che quel comico aveva in sé anche il tragico, ovvero l’annullamento dell’individuo.
Si era arrivati ad imporre una muserola per umani, anche se era evidente e noto che non serviva a niente e anzi procurava danni e malattie a chi la portava.
Si era arrivati a imporre il distanziamento nei negozi, nei bar e nei ristoranti, alle fermate degli autobus, sulle spiagge negli spazi di aria salubre e di mare e dell’effetto purificante del sole. Distanze che variavano e mai erano uguali, perché il virus astuto a seconda del locus dove si trovava variava il suo genius e la sua tattica.
Si era arrivati al punto di disinfettare le spiagge con antisettici.
Si era arrivati al punto di cacciare con droni chi sedeva su una spiaggia solo nella più completa solitudine di chilometri o chi faceva joggin da solo nella foresta lontano da tutti e tutto, per il gusto di sentirsi cacciatori di teste e gioire della propria autorità, multarli e ricacciarli in casa per affermare il proprio ego di sceriffi.
Si era arrivati al punto di stabilire il numero di persone che potessero sedersi a tavola per il Natale. Sei. Che potevano riunirsi solo dopo aver fatto il previo tampone.
Si era arrivati al punto di proibire di spostarsi da una città all’altra nei fine settimana e nelle feste comandate. Perché solo nei fine settimana e nelle feste comandate il virus operava.
Si era arrivati al punto di far indossare la mascherina in piedi e potersela togliere seduti dopo aver ordinato nei bar e nei ristoranti, come se il virus per incanto sparisse quando stavi seduto in attesa del cibo.
Si era arrivati al punto di introdurre il coprifuoco per respingere un virus che pareva circolasse di più la notte che il giorno.
Si era arrivati al punto da richiedere una certificazione sanitaria per poter lavore o andare al supermercato a fare spesa. Se non lo avevi e non potevi mangiare, e magari morivi di fame, non importava. Dovevi piegarti e basta. Ubbidire e tacere. Taci il covid ti ascolta.
Si era arrivati a tutte queste assurdità sulla presupposizione di un virus mai esistito perché NESSUNO lo aveva mai isolato.

Ma che mancava a quel mondo perché si potesse arrivare a vivere solo di grottesco, in cui gli attori erano divenuti satiri infernali: o compiacenti perché temevano solo per la sopravvivenza dei corpi, o aguzzini al potere, per denaro, per autoaffermazione, per auorefernzialità e disposti a farsi camerieri dei grandi burattinai che avevano pianificato tutto?
Ci aveva pensato a lungo. E concluse.
L’amore e lo spirito.
Si ricordava di sua madre. Metteva amore in tutto, anche nei momenti di rabbia, perché le sue parole venivano dal cuore. E nel suo amore rispettava tutto. E mai prevaricava. Era internamente timorata in ogni suo atto e parola. E credeva nel bene, e pensava che ogni persona partisse dal bene anche quando era malvagia. E in tutto e tutti vedeva quel bene. Non viveva forse di costanti atti di amore quella donna?
Una donna, un essere umano, così non basa già la sua vita sul postulato della santità anche se mai le sarà riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa?
Era cresciuta nel timore di Dio. Era cresciuta nella fede, anche se popolare, di Cristo. Era cresciuta in un mondo dove di parlava di amore e di vita eterna, di inferno, purgatorio e paradiso. Dove i preti erano preti, i fedeli fedeli, i cittadini cittadini e i politici almeno avevano pur nei limiti un certo interesse per la loro nazione.
Poi venne il ’68. E sembrava cosa buona e giusta. Sembrava che avrebbe cambiato il mondo. Sembrava la visione corretta e incontestabile di chi volesse appartenere al futuro. Il comunismo, il marxismo e il materialismo erano la visione del futuro che avrebbe cambiato il mondo. E lo cambiò. Lo cambiò nel modo che oggi è. Il peggior mondo possibile.

E fu il ’68 che interruppe lo Spirito.
Lo spirito è quella unione che continua, sottile e apparentemente invisibile, dal padre al figlio per cui il figlio si conosce nel padre e il padre si riconosce nel figlio.
Ma nel ’68 il figlio rinnegò il padre e il padre ebbe paura del figlio. E lo spirito fu rinnegato.
Che i figli dovessero pagare le colpe dei padri, come ci racconta il teatro greco, era il monito per dire che nello spirito del padre continua il figlio e il padre deposita se stesso nel figlio per gli anni a venire e così via in una catena ininterrotta di secoli che finisce per sedimentarsi nel DNA.
Tolto il monito fu tolto lo spirito. E molti altri monito caddero. E fu l’aborto. Il divorzio. La libertà sessuale. La droga. La musica rock. E allora sembrava liberazione. Ma invece era solo il futuro che faceva irruzione in un presente-passato manifestando i primi bagliori di un’illusione, un inganno, che avrebbe raggiunto il suo picco grottesco oggi con il gender fluid, l’omosessualità come idologia dominante, la cancel culture...il mondo sanitario.
Ma il grottesco è questo, quando ciò che è sinistro, inquietante e infausto, diviene invece familiare e rassicurante.


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