Sunday 24 April 2022

Wer bin ich eigentlich? Chi sono veramente io?




Che dire di questa città, di questo stato dove ora vivo?

Ci ho pensato.

Ho messo insieme i pro e i contro.

Ne amo la calma, la mancanza di affollamento, la tranquillità.

La gente è più vera, qualche volta in modo animale anche.

La famiglia è un legame forte.

E mi ha insegnato l’ascolto nelle sue foreste, dove ho imparato il silenzio dell’attesa.

Ed è venuto naturale imparare, camminando per i suoi takas[1], nei momenti più bui degli ultimi due anni, in cui la follia ha governato.

E sono divenuto più sacrale, perché mi sono trovato in una città di uomini da me lontani, isolato. In essa ho sviluppato quelle componenti che insegnano l’ascolto, solo perché allora le parole erano divenute inutili. E ho capito che dovevo guardare dentro per vedere oltre l’orizzonte del saeculum in cui vivevo, io inutile ormai alle parole.

E quell’uomo che io ero, ora è un altro, che vive in un rifugio in cui giungono le risposte dopo un lungo silenzio patito.

E vivo in terra di nessuno, in cui mi preparo, a volare oltre l’orizzonte, in un qualunque giorno a venire.

Non ho più terra, lingua, patria, vivo in un dove sempre uguale e senza fondamento.

Ed è più difficile riconoscersi in un uomo che non è più, che non sono più.

Wer eigentlich bin ich?[2]



[1] Takas in lituano significa sentiero

[2] Chi sono veramente?

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