Mentre il mondo impazzisce e parla solo di di Covid e vaccini, io penso alla letteratura. Alla letteratura post-covid. Che letteratura, quella post-covid? Che abbiamo imparato da questa follia messa in atto da forze demoniache che stanno dietro i centri finanziari che la attuano?
La letteratura ante-covid era sempre più piatta, sapeva solo esprimere memes, si ripeteva vuotamente esaltando libri di livello mediocrissimo come capolavori. Soprattutto era una letteratura prodotta per imbecillire, abbassare il quoziente intellettivo e riflessivo, i cui risultati vediamo ora a che punto hanno ridotto il 97% dei popoli. Animali decerebrati, incapaci di pensare, di essere autonomi. Sacchi di merda ambulanti, ignavi e schiavi per incapacità di elaborare un pensiero proprio. Ma dirlo comportava allora sentirsi accusare di essere troppo seri, di non amare il divertimento, di essere noiosi. Tutto, dal cinema alla letteratura doveva essere entertainment,
Ma era mer..a. Questo è certo. Mer..a al 99,99%.
Ma così andava e va il mondo.
La letteratura ante-covid era sempre più piatta, sapeva solo esprimere memes, si ripeteva vuotamente esaltando libri di livello mediocrissimo come capolavori. Soprattutto era una letteratura prodotta per imbecillire, abbassare il quoziente intellettivo e riflessivo, i cui risultati vediamo ora a che punto hanno ridotto il 97% dei popoli. Animali decerebrati, incapaci di pensare, di essere autonomi. Sacchi di merda ambulanti, ignavi e schiavi per incapacità di elaborare un pensiero proprio. Ma dirlo comportava allora sentirsi accusare di essere troppo seri, di non amare il divertimento, di essere noiosi. Tutto, dal cinema alla letteratura doveva essere entertainment,
Ma era mer..a. Questo è certo. Mer..a al 99,99%.
Ma così andava e va il mondo.
Era una letteratura prodotta dalla formula ...e scrittore: giornalista e scrittore, calciatore e scrittore, avvocato e scrittore...
Tutta gente per cui il pensare non era l'attività primaria, ma di ripiego.
Poi tutta la letteratura italiana, e parlo soprattutto della poesia, perché nel campo della prosa dal dopoguerra in poi si è fatto ben poco, è percorsa da un fragilismo e da un quietismo che trova il suo apice nel distacco, nell'osservare dalla propria zona di conforto il mondo. Da Ungaretti a Montale a Sandro Penna, più o meno questo è l'andazzo.
L'unico che va contro corrente è Pasolini.
In Sandro Penna questo distacco già forte in Montale raggiunge l'apice
Il mare è tutto azzurro.
Il mare è tutto calmo.
Nel cuore è quasi un urlo
di gioia. E tutto è calmo.
Personalmente rispetto alla realtà pre-covid ho operato una riduzione letteraria drastica.
Innanzituto non cerco più di leggere tutto come prima, perché ora mi è chiaro e ho coscienza che una lettura estesa di testi inutili non dà nessuna profondità.
Che la parola "cultura" non rappresenta nulla se non erudizione autoreferenziale.
Cristo non ha mai parlato di cultura eppure la profondità del suo pensiero è enorme.
Quindi mi sono ridotto a leggere pochi testi e pochi autori, evitando, come consigliava Schopenhauer, le introduzioni e le prefazioni e le postfazioni, le note... che servono solo a uccidere i testi a non fargli parlare la propria lingua.
Al momento leggo e medito da mesi Sant'Agostino, San Bonaventura, Camus e Dostoevsky, la Bibbia, I Vangeli, gli autori della chiesa ma quella tradizionale e non quella di Bergoglio. Testi e autori che ora mi tornano prepotenti ma che in realtà erano già all'inizio della mia formazione di adolescente.
Il problema più forte che riscontro è la forma ma anche il contenuto.
Che forma adotttare, che contenuti mettere?
Sui contenuti mi oriento verso l'esistenzialismo e i temi religiosi.
Per la forma ho tentato quella dello Zarathustra di Nietzsche, ma mi rendo conto che può funzionare per alcuni testi ma non per il romanzo in generale.
Non è una ricerca facile, ma è una ricerca in atto, di cui il mio blog ne è il laboratorio.
Procedo per tentativi e aggiustamenti, ma procedo. Procedo con contenuti forti, basta fragilismo, quietismo e distacco.
Ora si deve penetrare la profondità dello spirito. Costruire l'uomo coraggioso e disobbediente, pronto alla lotta e non remissivo.
Il modello di questo uomo sono i cristiani che combatterono a Vienna e Lepanto.
Ora è il momento di ispirarsi a quei valori. A Marco D'Aviano. E a PIO XII per rimanere in epoca più moderna.

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