Wednesday 31 October 2018

La Bianchina





Silvano ricordava bene lo stile di vita di suo nonno, e quello stile di vita lo aveva sempre impressionato fin da piccolo. E quando il partito gli aveva ventilato quella possibilità, si era ricordato di suo nonno e si era detto, “Perché no?”.
Il suo sogno era comprare il 1100. Gli piaceva molto il 1100/103 ma era troppo caro per cui optò per la Bianchina.
Silvano era orgoglioso di quella macchina, acquistata a suon di debiti, di cambiali, ma il commento di Sabatina fu, al solito, dissacrante.

- Ma che hai comprato? Una scatoletta di sardine? Ma come fai a entrare lì dentro?

Con Sabatina si era creata una distanza. Silvano capiva che Sabatina era sempre meno la donna che faceva per lui. Una donna che non sapeva presentarsi. Che non poteva adeguatamente rappresentarlo negli incontri, nelle cene, e nelle celebrazioni a cui aveva cominciato a prendere parte per via del lavoro. Era una donna semplice. Spesso aveva uscite fuori luogo, che potevano anche metterlo in imbarazzo. Ora forse capiva un po’ perché Ida era contraria al matrimonio. Forse Ida lo conosceva meglio di quello che lui pensasse.
Alla fine Silvano si sentiva quasi avesse doppia personalità. Brillante, scherzoso, seduttore fuori casa. Mogio, senza parole, irritato a casa. Infatti evitava di stare a casa.
Silvano forse non era un uomo particolarmente bello, ma certamente piaceva alle donne. Soprattutto piaceva quel piglio autoritario che si era costruito nel tempo facendo politica. Aveva in qualche modo acquistato un tono stalinista (come gli rimproveravano gli avversari, soprattutto i comunisti – strano a dirsi) che impressionava le donne, e che solo Sabatina sapeva mettere in crisi con quella sua capacità dissacratoria che le era connaturata.

Purtroppo Silvano era facilmente soggetto a perdere la testa per le donne. Fin dai tempi di Bruna a Montorio Veronese aveva avvertito con quale facilità potesse divenire preda di quella sensazione. In questo davvero assomiglia a nonno Giovanni, che non ne risparmiava una. Per tutta la vita ci aveva provato con tutte fin anche in tarda età, quando il decoro magari gli avrebbe imposto di controllarsi. Ma nonno Giovanni aveva una tale simpatia ed educazione naturale che anche nella più audace delle avanche provocava il riso nella predestinata di turno a subire il suo impeto di cavalleria eccessiva.
Comunque Sabatina cominciò a diventar gelosa. Troppe cose tutte insieme. E guarda caso tutte erano maturate all’improvviso mentre lei era al mare.
Se Sabatina aveva una capacità era proprio quella di avere una vista da, si direbbe oggi, scanner.
Silvano era per lei un libro aperto. Il suo cambiamento era troppo radicale. Doveva ben esserci qualcosa nel suo cambiamento, in profondità.
Nel mentre che rimuginava su queste cose ve ne furono molte altre che avvennero e che la tennero occupata.

La più grande fu il trasloco da Villambosco a casa di Magazzini, il nome del proprietario che aveva loro affittato la casa.
Siccome questo era il più grosso obiettivo di Sabatina un poco la calmò. Il fatto che fra tutte le novità vi fosse finalmente l’abbandonare la casa di Ida la riempiva di una gioia straordinaria che le faceva dimenticare i sospetti su Silvano.




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