Sunday 9 September 2018

Servizi segreti e editoria italiana

Ian Fleming






Manipolazione.

Che esista la manipolazione dei media è fuor di dubbio.
Che esistano poteri forti (finanza, servizi segreti, politica, Stati...) che influenzano l'economia e la struttura sociale degli Stati è altrettanto evidente. L'Italia ne è il miglior esempio. Dall'Unificazione ad oggi l'Italia è terra di scontro e di manipolazione di Stati stranieri (Inghilterra, USA, Germania, Francia...) e ogni volta che ha tentato una strada in proprio chi ha provato è stato fatto fuori (Mattei, Moro, Craxi).
Visto il deludente panorama letterario, caratterizzato da un tipo di letteratura priva di originalità (soprattutto di contenuto), che io definisco letteratura-meme, cioè capace solo di ripetere senza innovare, idonea a produrre solo frames senza contents*, e considerate le premesse da cui sono partito, mi viene naturale chiedermi quanto chi influenzi i media in generale abbia anche interesse a tenere sotto controllo un mondo editoriale , bunker, che ammetta e promuova solo i nomi certificati da un tipo di visione letteraria gradita a chi manipola in generale il mondo dell'informazione e dello spettacolo.

La visione neorealista della letteratura italiana.

Possibile mi chiedo che ogni volta che un film o un libro italiano ha successo all'estero (con poche eccezioni) non fa che veicolare al mondo intero quel tipo immagine stereotipica dell'Italia? Un paese povero, più o meno cobelligerante o anche sconfitto, in mano alla mafia, ma sempre saldamente ancorato ai cosiddetti "alleati": USA o Inghilterra.

Dibattito.

Al momento non ho elementi per cui avvalorare in toto questa tesi ma ovviamente non posso che confermarmi nel dubbio che alla base delle scelte editoriali vi sia un trend che è stato imposto, e che continua a imporsi. Altrimenti non mi spiegherei la miopia editoriale che vive non più in là dei limiti del bunker che si è imposta per sopravvivere.
Ovviamente esiste anche l'editoria indipendente, ma le capacità economiche, di distribuzione e di marketing sono così minime che pubblicare con l'editoria indipendente porta un autore a rimanere non solo un perfetto sconosciuto ma anche a rischiare di rimetterci economicamente.
Vorrei perciò aprire un dibattito, per cui si riesca a individuare casi concreti ed evidenti di manipolazione dell'editoria.
Alcuni casi (Alvaro, Bassani, Lussu...), per limitarsi ad alcuni nomi, vengono citati come collaboratori dei servizi segreti da Giovanni Fasanella e Mario Cereghino nel loro libro Colonia Italia. In questo libro è messo bene in luce il forte condizionamento operato dai servizi segreti dell'Inghilterra nella formazione della cultura e dell'opinione pubblica italiana.

* Ovviamente il fatto che il frame divenga dominante rispetto al content non è certo dovuto (o non solo dovuto) a un intervento diretto di influenze ester(n)e ma anche, certamente, alla cultura dominante imposta dai motori di ricerca e social media che hanno costituito una cultura dove il collettivo domina sull'individuo, fornendogli (feed) contenuti già precostituiti dalla/nella rete via algoritmo a scapito della sua creatività individuale.
Il contenuto individuale (creativo e innovativo) tende all'azzeramento.






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