Thursday 21 September 2017

Rugìle di Fabrizio Ulivieri (L'Erudita Editore) - La forza dell'istinto nel sesso!




Recensione di Anna Ciampolini Foschi

Un intellettuale sulla sessantina, ancora sofferente per gli strascichi di una misteriosa e debilitante malattia, cerca conforto in una serie di incontri erotici con ragazze molto più giovani. In parole semplici, questo non è un tema nuovo per un romanzo, ma l’ autore Fabrizio Ulivieri riesce a decostruire il concetto tradizionale di amore e sessualità e ad aggiungere livelli di profondità psicologica e emotiva al tormentato protagonista e alle donne che incontra. Nonostante le descrizioni esplicite di rapporti sessuali spesso di natura estrema abbiano già attirato molta attenzione su Rugíle, che è il più recente romanzo di Ulivieri, sono piuttosto le oscure, primordiali inquietudini che esprime ad emergere come il tema più profondo della narrazione.

Rugíle è davvero una odissea dei sensi, un tentativo di trascendere i confini della normalità, ma soprattutto è una dolente, cerebrale elegia, un esorcismo contro la impermanenza, l’ inquietudine, il declino dell’ invecchiamento, la morte. Il protagonista, il cui nome non viene mai rivelato, e le sue amanti sono tutte esistenze condannate. Lui è un uomo italiano, maturo, colto, con una buona posizione sociale, che insegue incontri con amanti giovani ed esotiche con un’ansia quasi vampiresca, in parte per recuperare la giovinezza perduta e in parte perché affascinato dalla diversità. Non ama le donne italiane, che considera volgari e sboccate. Trova repellenti le donne mature perché nelle loro rughe avverte il disfacimento della carne nella morte. Invece, cerca di abbeverarsi al vigore della gioventù. Le sue donne vengono dall’ Asia, dall’ America, dall’ Europa dell’ Est. Ognuna nasconde un passato tragico, una storia famigliare tormentata o una dipendenza da ossessioni sessuali inconfessabili. Ognuna, però, offre una prospettiva su altre culture e altri stili di vita che lo attraggono. Esse rappresentano dei possibili portali su altri possibili universi multipli e sono in fondo l’ ultima possibilità rimastagli di provare un sentimento di amore. Il protagonista, che all’ inizio del romanzo afferma di aver perduto ogni rispetto per le donne, si coinvolge in una serie di incontri sessuali che lo portano a sperimentare “cinquanta sfumature di sentimento” e lo conducono anche attraverso varie sfumature di tragedia: tre amanti muoiono tragicamente. Ipazia, una ninfomane bi-sessuale con la quale egli vive una intensa relazione, concepisce con lui un figlio e lo perde a causa di un aborto spontaneo. Infine, muore consumata da un cancro inesorabile. Un’ amica incontrata su Skype, l’ inquieta Ingrid, muore suicida.  Un incidente d’auto spezza la vita di lui e quella della donna che forse avrebbe potuto amare veramente.
 Rugíle, al cui nome si ispira il titolo del romanzo, vien dalla Lituania. È ossessionata dal sesso orale al punto di offrire i propri servizi dietro compenso a uomini sconosciuti, in incontri frettolosi in macchina o nei gabinetti di luoghi pubblici. Rugíle avvia il protagonista verso un insolito percorso che comprende una complessa esplorazione di co-dipendenza, entanglement, somme trasgressioni, accettazione, complicità e il tentativo di ridefinire il concetto stesso di amore.
Due città, Firenze, dove il protagonista vive, e Vilnius in Lituania, costituiscono lo sfondo dove avvengono gli incontri del protagonista. Mentre la geografia di Firenze viene rappresentata soprattutto attraverso la descrizione dei vari locali alla moda come librerie, caffè letterari e ristoranti esclusivi dove il protagonista incontra le sue amanti, i segmenti della narrazione che si svolgono a Vilnius mettono in risalto la vitalità e la bellezza struggente della città e  offrono anche una prospettiva su una società post-totalitaria e post-moderna che cerca di ricostruire la propria nuova identità e riappropriarsene.

Altre culture e paesi che svolgono un ruolo importante nelle vite dei personaggi, come la Corea, il Giappone, gli Stati Uniti e, in misura minore, Milano, sono elementi di rilievo nella tormentata esistenza dei personaggi del romanzo. Kami, una ragazza giapponese, si sente prigioniera delle rigide regole della società nipponica. Ipazia, coreana, si porta dietro una tremenda eredità famigliare legata alle divisioni politiche e territoriali della sua patria.
L’ americana Camille vive in una dualità, in bilico fra la sua cultura di origine basata sull’ ossessione per l’ efficienza, il consumismo e la sessualità senza coinvolgimento emotivo e lo stile di vita che in Italia le appare molto più rilassato.

Ulivieri scrive con scorrevolezza, con una narrazione fluida. Il libro inizia con una scena esplicita di masturbazione, che viene descritta, come del resto tutte le altre scene di sesso, in maniera distaccata e quasi asettica. Dato che non viene lasciato spazio all’immaginazione del lettore e ciò neutralizza la carica erotica della narrazione, sembra giusto supporre che Ulivieri abbia scelto questo genre narrativo per ricordarci che il romanzo si basa più su una ricerca incessante della conoscenza e dell’ immortalità e che il sesso è soltanto uno dei tanti percorsi che si possono tentare. La tragica conclusione del romanzo rappresenta anche la liberazione, lo spalancarsi dell’ingresso verso la dimensione cosmica che il protagonista ha tanto a lungo cercato di comprendere.

Al termine di ogni capitolo, un sommario guida il lettore ad addentrarsi nei collegamenti e le conseguenze delle nostre azioni e su come esse si riflettono su una scala più ampia, a livello cosmico. Cita inoltre le leggi della fisica dei Quanti e altre teorie scientifiche. Non tutti i lettori sono competenti nella fisica dei Quanti o nella teoria delle stringhe. Alcuni lettori potrebbero pensare che l’uso di questa tecnica letteraria rallenta un poco la narrazione e può apparire un pò didattico.

Ulivieri afferma che Rugíle sta incontrando un grande successo fra i giovani e i Millennials. È infatti un romanzo contemporaneo, nel quale convergono moltissimi echi della realtà odierna: intimità virtuale, social media, migrazioni di massa, guerre per procura, stagnazione, incertezza e il malessere generalizzato che permea la nostra esistenza, l’ impermanenza, appunto, sulla quale si basa la vita dei suoi personaggi.

Fabrizio Ulivieri vive a Firenze. È professore di lingua e letteratura italiana presso l’ Istituto Europeo. Ha pubblicato numerosi romanzi, fra i quali: Il ritorno che non volevo, L’ eterno ritorno, Il sorriso della meretrice (2013), Cecilia,storia di un’aliena a Firenze (2014),  Amore Šaltibarščiai e pomodori rossi: Biografia di un amore dall'interno, e Rugíle. È inoltre l’ autore dei saggi, Il Culo e la riduzione fenomenologica, e Albert Richter: un’aquila fra le svastiche. Il ciclismo tedesco fra nazismo e esoterismo, 1919-1939, pubblicato nel 2007.

(Traduzione dall’inglese di Anna Ciampolini Foschi)


Anna Ciampolini Foschi vive a Vancouver, British Columbia, Canada. Scrittrice bilingue di racconti, curatrice di antologie, traduttrice  e giornalista, pubblica in Canada, Stati Uniti, Italia e Costa Rica. Membro fondatore della Association of Italian Canadian Writers, co-fondatrice e co-presidente del F.G. Bressani Literary Prize, sponsorizzato dal Centro Culturale Italiano di Vancouver. Ha detto di Rugíle: “ Il genre del romanzo era piuttosto nuovo per me. Scrivere una recensione dal mio punto di vista è stata una esperienza interessante.”



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