Friday 25 August 2017

Parassiti (nona parte) - Isis driverless cars





Il capitano Petacchi aveva fatto fare indagini e alcuni controlli sul movimento dei due marocchini che frequentavano la palestra in via Corsica con Nero e Patricio.
Entrambi avevano compiuto un paio di viaggi a Tripoli nel 2017. Il primo a febbraio e il secondo a marzo. A marzo si trovavano a Tripoli anche Nero e Patricio.
Tripoli era anche il centro dei movimenti della famiglia Abedi. Alman Abedi era uno dei quattro figli che si era fatto saltare in aria all’arena di Manchester il 22 maggio 2017 durante il concerto di Ariana Grande e aveva causato 22 morti e 122 feriti. Era fratello di Ashem Abedi arrestato anche lui insieme al padre Ramadan, conosciuto anche come Abu Ismael.
Entrambi secondo quanto riferito dalle autorità libiche facevano parte dell’Isis e erano in contatto con Raqqa e progettavano un attentato a Tripoli.
L’arresto era scattato perché Ashem avrebbe definitivamente preso in consegna 4500 denari libici inviategli dal fratello poco prima dell’attentato di Manchester.
Durante l’interrogatorio Ashem avrebbe ammesso di essere stato in Gran Bretagna durante la fase di preparazione dell’attentato e di essere stato a conoscenza di tutti i dettagli dell’azione condotta dal fratello in accordo con Raqqa. All’autorità interrogante aveva riferito che dal 16 aprile 2017, giorno in cui aveva lasciato il Regno Unito, era sempre rimasto in contatto con il fratello.
Un altro fratello, Ismail, 23 anni, era stato arrestato il 23 maggio nella zona di Chorlton (Regno Unito), non lontano dalla sua abitazione. Ismail in un curriculum online si definiva come esperto informatico che aveva lavorato per il Manchester Islamic Centre, il centro islamico della moschea di Didsbury frequentata dalla famiglia Abedi, prima di ritornare in Libia al momento dell’insurrezione contro il regime di Gheddafi. E dove Salman pregava insieme a Raphael Hostey, 24enne considerato uno dei più importanti reclutatori dello Stato islamico nel Regno Unito nonostante la giovane età.
Hostey sarebbe stato poi ucciso nel corso del raid di un drone occidentale in Siria dove era andato a combattere come foreign fighter.

- Questo è un network. Non si tratta più di lupi solitari – ripetè a se stesso il capitano leggendo la documentazione

Alla stessa conclusione erano giunti gli inquirenti inglesi dopo l’attentato di Manchester. Il livello tecnologico raggiunto a Raqqa era indubbiamente alto. Lavoravano a remote control cars per progettare attacchi terroristici in Europa, macchine a cui stava lavorando anche Google che a differenza del califfato aveva problemi di definizione. Macchine che avrebbero potuto muoversi in zone affollate e con manichini termici alla guida che non avrebbero destato sospetti sarebbero divenute autobombe devastanti nei centri urbani delle capitali europee.
Molti tecnici europei di alto livello era finiti a Raqqa in questi laboratori tecnologici di produzione di armi sofisticate per cui tenere i collegamenti fra Raqqa e Tripoli non avrebbe dovuto essere un problema.
Petacchi non se la sentiva più di negare evidenti connessioni fra i vari attentati in Europa. Era evidente che erano pianificati e facevano parte di una strategia del terrore.
Una strategia che richiedeva migliaia di dollari per essere portata avanti.
La droga? Può darsi. Ma lo Stato Islamico non era i narcos del Sudamerica o i talebani dell’Afghanistan. Non controllavano il traffico di stupefacenti al livello delle altre organizzazioni.
Il petrolio? No, l’Isis non poteva competere con le multinazionali.

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