Tuesday 25 July 2017

Da "Cecilia" (un'aliena a Firenze)



...Qui la gente viveva per strada. Si camminava a piedi per raggiungere qualsiasi punto della città. Nel centro non c’erano macchine. Se stavi in casa con le finestre aperte sentivi i vicini parlare dall’appartamento accanto, alla notte percepivi i passi sul lastricato dei pedoni e le urla di giovani che avevano alzato il gomito…qui la vita si muoveva nell’aria e nel sole che ti baciava la pelle…
Da quando le avevano chiesto di trasferirsi a Firenze la sua vita aveva cominciato a cambiare.
Non sapeva come, ma stava cambiando. Era felice e piú rilassata allo stesso tempo, inquieta però. Aveva un compito da svolgere qui. Era qualcosa di nuovo e non sapeva come. Studiava gli esseri di questa città. Li osservava. Li analizzava e li scannerizzava. Ne rubava i dati e li memorizzava. Aveva una capacità di memorizzazione eccezionale. Fuori dal comune. Il suo IQ era uno dei piú elevati della razza a cui apparteneva.
Poteva leggere la digitazione di un PIN da lontano ed alla rovescia. Le bastava puntare con gli occhi qualsiasi documento e subito poteva visualizzarlo in modo da ricordarlo.

A Firenze i sapori erano diversi. La lingua. Il modo di parlare. Gli odori per la strada. Ogni città ha i suoi odori, quasi avesse una vita a prescindere da chi la popola e l’abita. Qui parlavano soprattutto con le mani e con il corpo. Linguaggio dei gesti lo chiamavano...

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