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Mi chiedo spesso che sia lo spirito

  Mi chiedo spesso che sia lo spirito. L'anima indefinita idea, pensavo. Ma poi guardo te nel tuo vivo empito Gli occhi, la bocca, le mani muovi Come pieghi il collo inclini la testa Unica e irripetibile tu provi che tu sei tu e non un' altra sei. Non è questo lo spirito per cui siamo quello che siamo? Oh miei dèi non è questa la figura dell' anima che trascende se stessa e si mostra agli occhi del mondo a sé prossima?
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Dehumanization

The Church Fathers and Doctors of the Church had one enduring method: the seamless comparison between the experienced reality of the saeculum and the reality of God's Kingdom. This was a continuous inspection of the reality of the saeculum through the sieve of the City of God. This process was carried out with the assistance of the Gospel, Holy Scriptures, and prophecies. Today, this method has largely disappeared. Only a small number of priests still examine reality through the sieve of God's Word, Holy Scriptures, and prophecies.  As far as I am aware,  Don Minutella  is one of the few who continues to perpetuate this method. I do not know of any other priests who share this perspective. Because this method has faded—in large part due to a centuries-long campaign orchestrated by the cooperatores mali (the Enlightenment, Nihilism, Idealism, Modernism, Scientism, and ultimately Globalism and Transhumanism)—the innate capacity to listen to God's Word has been eradicated...

Ti amo come mai nessuno ha amato

  Il tuo nome santo pronuncio senza fine. La tua immagine – ossessione senza fine, Mi appare, e mi ricordo come nel tuo apparire infinito eri tu. Sei passato in un attimo - tuttavia. In un attimo sparito al mondo senza nome, Indifferente alla sua prole. Ma non al cuore, al cuore mio rimani, Eterno come allora. E i tuoi passi sento di notte. Le tue carezze nel mio sonno. Ti sento a me, accanto. Seduto in disparte e mi guardi E muto taci - non dici la parola. Come posso aiutarti? Come posso dal tuo dolore liberarti? Dalla tua disperazione che continua di là? E a me arriva qua e di te mi riempie. Io ti amo. Ti amo come mai nessuno ha amato. Come figlio che il padre davvero ama, Io ti amo, disperato.

Lucore nella notte

Il chiarore da fuori m' ha svegliato. Quel bianco lucore m'ha afferrato. Fuori era la neve. Nella notte Era caduta. Tutto si chetava. La luce del bianco mi stupiva. Mi attraeva. Come fosse voce Di qualcosa più lontano. Taceva. Non parlava. Guardava e sorrideva. È un soffio. Lo ho ben inteso. È un soffio tua vita. Ha ripreso. Come questo biancore - c' è ma non è.

Pazza, pazza idea di cambiar vita

  Pazza, pazza idea di cambiar vita. Folle folle idea ricominciar Di qua in questa terra scolorita, Nel gelo estraneo che vive in me Nel vento di ghiaccio che mi rinasce. Folle, folle idea viver qua con te Nel grigio sole - nel gelo calore. Pazza, pazza idea esser qua per amore Di te ma vivere solo - altrove. Folle, folle, folle idea star qua Chiuder gli occhi e non saper dove.

All'alba vincerò

  Tu pure, o, Mio Io nella tua confusa speranza cedi a fredda notte il gelo di tua possanza di luci morte mai interrotte e ti parli il mistero di un dio di cui il nome nessun dirà ma il tacere scioglierà del cielo che io presenzio. Muto dilegui nel silenzio L'indifferente tenebra che in me sua presa celebra. Dilegua notte dilegua - io so che all'alba vincerò.

Oltre la maschera il tutto

  Tu che agli occhi negasti il vero e desta tenesti la mente viva di un corpo che la vuole priva tu sei la luce vera del pensiero. E quel che tu riflesso vedi taglia di ogni valor il tuo amor via che non riman di te la signoria ma tua voce vive in fonda faglia. Questa vista di me che non io sono dagl'occhi crudeli e vaghi muove ma la domanda eterna a me rinnova chi di quella voce sia il vero suono se l'anima o un più che la promuove che in altro lato di sé ne dà prova.